Droni: Come potrebbe cambiare la formazione Specific

Al Tavolo Tecnico di ENAC, a cui noi di Dronezine e Quadricottero News partecipiamo come stampa tecnica, ENAC ha condiviso le linee generali con cui EASA vuole affrontare l’evoluzione della formazione per le operazioni Specific, che, lo ricordiamo, sono le operazioni (in genere professionali ma non necessariamente) che prevedono un rischio operativo maggiore rispetto alle Open, che comprendono invece le operazioni a basso rischio, come l’uso hobbistico dei droni e le operazioni professionali più semplici.

Per la formazione teorica, saranno otto le materie di studio: si sta ancora discutendo in sede europea se dovranno essere trattate obbligatoriamente in lezioni presso le RE (scuole di volo) o se i corsi dovranno essere facoltativi e si potrà sostenere l’esame anche da privatisti. Una questione ancora aperta, in cui non c’è una chiara maggioranza tra i Paesi membri. Dove invece pare esserci una maggior convergenza è sul fatto che chi ha A2 dovrà comunque sostenere l’esame sul ground risk, mentre oggi è esentato. E questo perché è molto diversa la gestione del rischio a terra in Open (dove in pratica ci si limita alla regola 1:1, cioè tot metri di quota, tot distanza orizzontale dalle persone non coinvolte) mentre in Specific le regole derivano dalla metodologia SORA, il che rende molto più complessa e articolata la trattazione. In compenso, chi ha A2 anche in futuro dovrebbe rimanere esentato dai corsi di meteorologia e Flight Performance, che sono considerati più o meno equivalenti sia per A2 sia per Specific.

Numero di domande

In discussione in sede comunitaria c’è anche il numero di domande a cui il candidato deve rispondere e quante devono essere nel database: al momento ogni Authority nazionale segue le sue regole, ma anche questo dovrà essere standardizzato, anche per evitare casi limite dove le domande son sempre le stesse e i candidati possono ritentare l’esame finché non lo passano.

Rinnovo dei certificati immagine di 1741339235866

Una grande novità potrebbe essere l’arrivo del “refresh“, cioè una modalità più semplice per rinnovare un attestato non ancora scaduto, attraverso un “Refreshing training course” senza dover rifare tutto l’esame  e soprattutto la “revalidation“, cioè la possibilità di rinnovare solo l’attestato di grado più alto e questo a cascata porterebbe al rinnovo automatico di quelli sottostanti. In pratica, se uno ha A1-A2, A2 e STS con scadenze diverse, basta che rinnova il solo STS (che è il più alto) e ciò rinnoverà automaticamente anche A1-A3 e A2. Una cosa che in Italia è già così, per una interpretazione di ENAC non necessariamente condivisa dalle altre NAA europee: in Italia basta rinnovare STS e si rinnova anche A1-A3 e A2, ma in altre nazioni non è così e bisogna rifare i vari attestati man mano che scadono.
Nell’architettura che ENAC sta proponendo ad EASA, anche le scadenze saranno armonizzate: chi consegue STS avrà automaticamente aggiornate le scadenze di A1-A3 ed eventualmente A2 alla scadenza del STS, così non sarà più necessario tenere traccia di tre scadenze diverse. E chi dovesse decidere che STS non gli serve più, quando scade gli basterà rinnovare solo A1-A3 e rinunciare così agli attestati superiori. Sempre nella visione che ENAC sta portando in EASA, dovrebbe essere l’ultima authority che ha emesso l’ultimo attestato a convalidare quelli precedenti: così il pilota del nostro esempio che ha conseguito A1-A3 in Olanda, A2 in Spagna e STS in Italia sarà ENAC a occuparsi di convalidare automaticamente gli attestati precedenti.
Come abbiamo visto sopra, il refresh potrebbe avvenire tramite un “Refreshing training course“, ed ENAC sta proponendo a EASA di standardizzare questo corso, in modo che possa essere rinnovato da qualunque RE di qualsiasi Stato Membro, poi il pilota lo inoltrerà alla NAA del suo Paese.

Refresh anche per le Open?

Alla domanda di Luca Masali di Dronezine, se ci sarà un refresh semplificato anche per gli attestati Open, quindi A1-A3 e A2, ENAC risponde che la task force EASA si occupa di Specific, ma aggiunge che c’è un sottogruppo della task force che si occupa di armonizzazione della normativa, quindi non è da escludere che si rifletteranno anche sulle Open, portando a procedure di refresh più semplici che non dover rifare tutto l’esame come è oggi.

Endorsement Modules (competenze addizionali)immagine di 1741339235861

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Una ulteriore proposta in discussione in EASA riguarda gli “endorsement Modules”, cioè una specie di formazione on demand in cui sarà l’operatore a decidere quali moduli gli servono per le operazioni che deve svolgere, in pratica pacchetti di conoscenze che vengono erogati dalle RE. Per fare qualche esempio, conoscenze come volo notturno, operazioni ad alta quota e così via, specifiche per le effettive necessità dell’operatore.

Costruttori e addestramento pratico

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Nella visione di ENAC, i costruttori dovrebbero essere coinvolti nella formazione pratica dei piloti, creando un syllabus con l’addestramento pratico per chi vuole pilotare un drone da loro prodotto, o meglio, per la classe di droni che propongono. Ma manca ancora a livello normativo una definizione di “classe” di droni, come invece c’è per aerei ed elicotteri. Su questo punto la discussione è appena agli inizi, ma l’idea è che la “classe” sarà multicottero, elicottero, ala fissa, ibrido fino a 25 chili, sopra si parla di addestramento sul modello specifico di drone oppure sul “type”, cioè un insieme di modelli simili, per esempio DJI Agras T30 e T50, che condividono per esempio lo stesso software di gestione, lo stesso payload, lo sesso profilo di missione. Naturalmente sarà il produttore a decidere quali possono essere raggruppati sotto lo stesso type.

In ultima analisi, EASA vorrebbe spingere i produttori a entrare un po’ più nel dettaglio su quello che il pilota deve conoscere della loro macchia. Visto però lo scarsissimo appeal che le istanze europee hanno avuto sui produttori (ancora sono pochissimi i droni marcati C5 e C6, tanto per dire) che la strada di coinvolgerli nell’addestramento pratico ci sembra alquanto in salita.

Basta con la babele europea 

Finalmente si sta anche parlando di un deposito unico di tutti gli attestati a livello europeo, per porre fine a questa babele attuale in cui anche una stessa persona ha attestati conseguiti un po’ qua e un po’ là, caso tipico un A1-A3 del Lussemburgo, un A2 olandese e un STS italiano, con evidenti difficoltà di gestire con un minimo di ordine queste situazioni.

 

 

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