Droni a scopo fitosanitario: il Ministero della Salute rinnova l’autorizzazione per la sperimentazione in Emilia Romagna

Negli ultimi tempi abbiamo riportato, in più di un’occasione, notizie su come l’Emilia Romagna, una delle regioni italiane più colpite dalle alluvioni, abbia utilizzato con profitto i droni per tentare di rimediare, almeno in parte, all’emergenza che ha colpito il settore agricolo. Ad esempio parlavamo di come, nei terreni resi impraticabili per i mezzi tradizionali di coltivazione, i droni offrissero l’opportunità di seminare o concimare dall’alto.

Adesso questa pratica, nata come soluzione di emergenza, diventerà una vera e propria sperimentazione, visto che il Ministero della Salute ha rinnovato l’autorizzazione valida per l’Emilia Romagna per usare i droni a scopo fitosanitario. Lo riporta il sito stesso della Regione, in un comunicato che spiega come quest’anno verranno anche ampliate le aree di intervento. “…nei prossimi mesi saranno ampliate le zone e le colture di intervento, oggi limitate alla collina ravennate, ma che presto riguarderanno anche la pianura ravennate, il piacentino e la provincia di Forlì-Cesena.”

La necessità di un’autorizzazione speciale

Come ricorda il comunicato della regione Emilia-Romagna:

“…ad oggi in Italia la difesa fitosanitaria con droni è vietata, salvo deroghe e autorizzazioni per fini sperimentali e mancano prodotti fitosanitari specificatamente autorizzati per i mezzi aerei, ai quali i droni sono associati, il che implica che non esistano prodotti utilizzabili con i droni senza ricorrere ad usi eccezionali per affrontare emergenze”.

E proprio questo tipo di autorizzazione era stato concesso l’anno scorso, sulla base di una richiesta effettuata in seguito alle alluvioni del 2023, per poter svolgere alcune pratiche agricole coi droni, evitando il rischio di ulteriori danni da compattamento.

I test del 2024

In quel caso le attività si concentrarono nella zona di Predappio e per il trattamento della vite contro la peronospora.

La Regione riporta che:

I primi dati raccolti hanno evidenziato una minore deriva del trattamento con drone rispetto ai mezzi convenzionali e una minore bagnatura della chioma. Oltre alla riduzione dell’impatto ambientale da deriva, l’utilizzo dei droni ha evidenziato anche altri vantaggi, come una maggiore sicurezza per gli operatori e l’ottimizzazione dei tempi di intervento.

Nuovi progetti per il 2025

Per quest’anno invece la sperimentazione riguarderà:

“…la coltura della cipolla nella provincia di Ravenna, cui seguiranno le autorizzazioni per la coltura del pomodoro in provincia di Piacenza e della vite a Forlì-Cesena. Al termine di questa seconda esperienza il Settore Fitosanitario regionale produrrà un report dettagliato, che si aggiungerà ai dati già raccolti nelle precedenti campagne, con l’obiettivo di valutare la maturità tecnologica dell’utilizzo del drone per la distribuzione di prodotti fitosanitari e fornire al Ministero della Salute evidenze scientifiche sufficienti per regolamentare l’utilizzo ordinario dei droni in agricoltura, superando la fase sperimentale.”

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