Giorni fa ELT Group, una delle principali aziende mondiali che offrono servizi di difesa elettronica, ha annunciato sul sito ufficiale di aver lanciato un nuovo sistema anti droni, chiamato KARMA.
A differenza di altri C-UAS, Karma – che sta per Kinetic Anti-dRone Mobile Asset – non sfrutta la tecnologia radar per individuare i droni, ma usa l’intelligenza artificiale e una serie di algoritmi per migliorare l’efficacia di sensori ed effettori, garantendo rilevamento, riconoscimento ed identificazione delle minacce aeree UAS di classe 1 e 2, che vengono neutralizzate con l’uso di tecnologia RF e jammer.
Si tratta di una soluzione che può essere configurata per utilizzo mobile o fisso, in contesti militari e civili, come la difesa di confini e infrastrutture critiche.
Siamo lieti di annunciare il lancio sul mercato di KARMA, il nostro sistema #CUAS avanzato basato su intelligenza artificiale per la neutralizzazione delle minacce UAS di classe 1 e 2.
Progettato per operare in contesti militari e di protezione infrastrutture critiche, KARMA… pic.twitter.com/Ydlm3q62wz
— ELT Group (@ELTGrp) April 16, 2025
Qualcuno, però, ricorderà che Karma è stato anche il nome scelto da Go Pro nel lontano 2017 per lanciare il suo primo (e ultimo) drone, che nelle intenzioni del famigerato produttore di action cam doveva sfidare DJI, che andava consolidandosi come leader del mercato. Chi all’epoca – che sembra oggi il “paleolitico” della storia dei droni – non seguisse ancora questi argomenti, può recuperare su questa pagina la già allora immancabile recensione di Stefano Orsi, targata 19/11/2017.
A distanza di una decina scarsa di anni, sappiamo tutti come è andata: il Karma di Go Pro volò poco e male, e l’azienda californiana entrò in crisi. DJI, dopo aver vinto quel round sui droni, ha negli anni deciso di rilanciare il guanto di sfida proprio nel comparto action cam, dando un ulteriore colpo a Go Pro, alle prese anche con una sempre più numerosa e agguerrita concorrenza.
Più Karma di così!




