Gli Stati Uniti cercano da anni di rilanciare il proprio settore produttivo tecnologico, che negli ultimi anni ha sofferto non solo le innovazioni, ma anche la convenienza della concorrenza cinese. La questione riguarda l’intero mercato interno USA, ma è chiaro che l’ambizione di essere “felici e indipendenti” dal punto di vista tecnologico coinvolge con maggiore partecipazione il settore governativo e militare.
Tra le ultime novità in quest’ambito, vanno sicuramente registrati i progressi di Lyten, azienda tecnologica che sta lavorando allo sviluppo di batterie dalle grandi capacità per il Dipartimento della Difesa americano (DoD), che vuole utilizzarle sui droni di prossima generazione.
Si tratta di batterie al litio-zolfo (Li-S) ad alta densità di energia (potete approfondire questa tecnologia su Wikipedia), che dal punto di vista tecnico offrono prestazioni elevate ed autonomia prolungata, mentre dal punto di vista commerciale e di sicurezza nazionale (ma soprattutto di orgoglio nazionale) rappresentano una speranza di sottrarsi al dominio che la rivale Cina ha consolidato negli anni nel campo dei tradizionali sistemi di accumulo di energia elettrica, basati su nickel, grafite, cobalto, etc.
Dan Cook, CEO di Lyten, spiega sul sito ufficiale dell’azienda “I nostri sistemi di difesa fanno un grande affidamento su droni e tecnologia autonoma, ma le fonti di energia provengono da rivali geopolitici. Noi costruiamo la nostra piattaforma litio-zolfo per cambiare questa cosa”.
Autonomia di volo di 3 ore con le batterie Li-S
Lyten ha anche pubblicato su Youtube un video in cui possiamo apprezzare il test di volo di un drone alimentato da una batteria Li-S.
Stando a quanto riportato dal video, il drone, un modello ad ala fissa con apertura alare di circa 2,6 metri, ha volato nella zona di Palos Verdes (California), per 3 ore di fila, raggiungendo velocità di oltre 130 km/h. Sempre nel video, Lyten annuncia che la prossima generazione di batterie Li-S consentiranno al drone di raggiungere addirittura le 8 ore di autonomia.
Vedremo se questa tecnologia, al di là del fascino dei prodotti “NDAA-compliant”, riuscirà davvero a raggiungere questi risultati e soprattutto il tempo che eventualmente ci impiegherà, senza dimenticare che la Cina ha tutte le carte in regola per entrare in questa partita, sempre ammesso che già non stia giocando la sua mano al riparo dai riflettori.




