Droni che volano come gli Albatros: il progetto DARPA per un volo senza limiti

In molti casi gli uccelli riescono a restare in volo per ore senza sbattere le ali, sfruttando correnti d’aria ascensionali e movimenti naturali dell’atmosfera, proprio come mirano a fare gli alianti. Da questa abilità prende ispirazione un nuovo progetto chiamato Albatross, che punta a insegnare ai droni a fare lo stesso.

Il programma, sostenuto da un finanziamento multimilionario della DARPA, coinvolge diverse università americane tra cui The University of Texas at El Paso (UTEP), Mississippi State University ed Embry-Riddle Aeronautical University. L’obiettivo è sviluppare velivoli a pilotaggio remoto capaci di volare più a lungo riducendo il consumo di energia a bordo.

Il segreto del volo veleggiato

In questo articolo sul sito della University of Texas at El Paso, John Bird, professore di ingegneria aerospaziale e meccanica alla UTEP, spiega che la ricerca parte dalla scienza del volo veleggiato. Quando il Sole scalda il terreno, l’aria sopra si riscalda e tende a salire, un po’ come avviene con le mongolfiere. Se un uccello scende più lentamente dell’aria che si alza, resta sospeso senza sforzo. Gli uccelli alternano discese e risalite, spostandosi tra sacche d’aria ascendente e discendente. È un modo per percorrere grandi distanze senza sprecare energie. Trasferire questa strategia ai droni è la sfida del progetto.

“Questi schemi d’aria sono piccoli, temporanei e imprevedibili, e non vengono catturati dai modelli meteo. La vera domanda è come integrarli in un piano di volo affidabile per un velivolo”, sottolinea Bird.

Più autonomia, meno consumi

Il vantaggio per i droni sarebbe enorme, perché oggi la loro autonomia è fortemente limitata dalle batterie. Se riuscissero a sfruttare il vento come gli uccelli, però, potrebbero volare più a lungo e coprire distanze molto maggiori.

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Afroza Shirin, anche lei docente di ingegneria aerospaziale e co-investigatrice del progetto, aggiunge: “Come gli uccelli che planano sulle correnti ascensionali, i droni potrebbero estrarre energia dal vento, riducendo il consumo interno e aumentando la portata di volo”.

Non si tratta solo di efficienza: applicare il volo autonomo veleggiato su lunghe distanze potrebbe rivoluzionare l’aviazione senza pilota, con usi che vanno dal monitoraggio ambientale alla risposta a disastri naturali.

Perché “Albatross”

Il nome del progetto è un omaggio agli albatros, uccelli marini che percorrono migliaia di chilometri sull’oceano senza quasi mai muovere le ali. “Gli albatros sono pessimi nello sbattere le ali”, scherza Bird. “Per questo hanno trovato un altro modo di volare”.

Quello che per questi grandi uccelli è una necessità di sopravvivenza, per i droni potrebbe essere la chiave per un futuro di voli più lunghi, sostenibili ed efficienti.

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