Dopo i continui allarmi, in Danimarca stop assoluto ai Droni civili fino al vertice UE di Copenaghen

Dalla mezzanotte di oggi, lunedì 29 settembre 2025, e fino alla mezzanotte di venerdì 3 ottobre, in tutta la Danimarca i voli con i droni civili – ricreativi e professionali – sono vietati. La decisione è stata presa in vista del vertice UE del 2 ottobre previsto a Copenaghen e dopo la serie di avvistamenti sospetti che si sono susseguiti nei pressi di installazioni militari durante il fine settimana. L’obiettivo dichiarato dal Ministero dei Trasporti è chiaro: “eliminare il rischio che droni nemici possano essere confusi con droni legali e viceversa”.

Il contenuto del decreto

Il divieto, pubblicato ufficialmente il 27 settembre, interessa l’intero territorio danese, comprese le acque territoriali e lo spazio aereo sovrastante. Restano escluse le Isole Fær Øer e la Groenlandia. Il decreto sarà automaticamente revocato il 4 ottobre, salvo nuove disposizioni.

Le uniche eccezioni previste riguardano voli con droni di interesse pubblico essenziale, come:

  • operazioni statali e di polizia
  • missioni di emergenza comunali e regionali
  • trasporti sanitari urgenti, ad esempio la consegna di campioni di sangue o dispositivi medici

Deroghe possibili ma a criteri rigidi

Gli operatori civili possono comunque chiedere una deroga all’Agenzia dei Trasporti danese (Trafikstyrelsen). Il vicedirettore Lars Korsholm ha spiegato che verranno considerate solo richieste per operazioni urgenti e di importanza critica per la società, come il monitoraggio ambientale, la gestione energetica o attività legate alla sanità. Le domande saranno valutate insieme a Polizia e autorità di settore, con decisione finale affidata al Ministro dei Trasporti.

La procedura di richiesta è attiva fino al 3 ottobre e disponibile online, con esempi che includono l’ispezione di turbine eoliche, infrastrutture strategiche o ponti, nonché consegne mediche in zone difficilmente raggiungibili.

Sanzioni severe per chi non rispetta il divieto

Chi viola il decreto rischia multe salate o fino a due anni di carcere. Anche le imprese possono essere ritenute penalmente responsabili. Un segnale forte, che evidenzia la serietà della misura e la volontà di scoraggiare ogni comportamento illecito.

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Avvistamenti sospetti e timori geopolitici

La scelta del governo nasce da una settimana di incursioni illegali nello spazio aereo danese. In sette giorni consecutivi, droni di grandi dimensioni sono stati avvistati nei pressi di basi militari e aeroporti, costringendo anche alla chiusura temporanea dello scalo principale di Copenaghen e dell’aeroporto militare di Karup. Le autorità hanno ricevuto fino a 500 segnalazioni in un solo giorno.

La premier Mette Frederiksen ha collegato gli episodi a possibili azioni di destabilizzazione attribuite alla Russia, sebbene Mosca respinga ogni accusa. La coincidenza con il vertice UE, incentrato anche su difesa e minacce ibride, rende la questione ancora più delicata.

Reazione internazionale

La NATO ha schierato una nave da difesa aerea nelle acque danesi, mentre la fregata tedesca FGS Hamburg pattuglierà l’area di Copenaghen durante il summit. La partecipazione dell’alleanza militare evidenzia come il tema droni non sia più solo una questione nazionale, ma un potenziale rischio di portata internazionale.

Impatto sugli operatori di droni

Il divieto avrà conseguenze per hobbisti e professionisti. Per i primi significa una pausa forzata in attività come fotografia aerea o voli amatoriali. Per i secondi, soprattutto in settori come agricoltura, edilizia e ispezioni tecniche, lo stop potrebbe tradursi in ritardi e costi aggiuntivi. La possibilità di ottenere deroghe attenua parzialmente l’impatto, ma richiede requisiti stringenti e motivazioni di interesse pubblico.

La Danimarca, considerata un punto di riferimento europeo per la sperimentazione e l’innovazione nei droni, si trova ora a gestire un delicato equilibrio tra sicurezza nazionale e sviluppo del settore. Questo stop rappresenta un ostacolo temporaneo, ma anche un segnale chiaro: in un contesto di tensioni geopolitiche, gli spazi di volo civili possono essere limitati da un momento all’altro.

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