Sono tristemente noti i fatti che hanno costretto a terra quasi 140.000 passeggeri durante le feste natalizie dello scorso anno. Un drone o presunto tale, svolazzando impunemente nei pressi delle piste di decollo e atterraggio del principale aeroporto londinese, ha messo sotto scacco i gestori del traffico aereo e la polizia inglese.
Oltre alla beffa il danno. Sembra che questo drone o questi droni, fossero trasparenti e invisibili alle tante macchine fotografiche o smartphone di tutti i passeggeri in attesa di imbarco.
Nessuna foto, nessun video ne testimoniano la presenza il che ovviamente è abbastanza insolito vista la tendenza maniacale di alcune persone di documentare qualsiasi cosa succeda nella loro vita.
Nemmeno foto del drone sulla pista, ma le segnalazioni erano attendibili
Tuttavia in una intervista rilasciata alla testata BBC Panorama da parte Chris Woodroofe il capo delle prime risposte alla emergenza droni, egli dichiara che le tante segnalazioni di avvistamento del drone nei pressi di Gatwick, erano quasi tutte attendbili.
Dopo le indagini la polizia locale ha riportato che dei 130 allarmi, 115 erano fondate e provenienti da fonti sicure: piloti, personale di sicurezza, agenti di polizia e personale del controllo del traffico aereo. Tutte persone consapevoli delle successive implicazioni aeroportuali annunciando l’avvistamento di un drone.
Nessuna risposta esagerata, la sicurezza dei passeggeri era la priorità
Per Woodroofe nessuna risposta inadeguata o esagerata circa la misura preventiva di cancellare quasi 1000 voli e ritardare la partenza o l’arrivo degli aeromobili in transito su Gatwick.
“Non c’è assolutamente nulla che farei diversamente quando ripenso all’incidente, perché in definitiva, la mia priorità numero uno deve essere quella di mantenere la sicurezza dei nostri passeggeri, ed è quello che abbiamo fatto. stato terribile che i viaggi di 140.000 persone siano stati interrotti, ma tutti erano al sicuro” – dichiara a BBC Panorama e prosegue assicurando che le segnalazioni provenienti, anche senza prove fotografiche provenivano da fonti sicure – “membri della mia squadra, persone con cui ho lavorato per un decennio, persone che hanno lavorato per trent’anni sull’aerodromo, che comprendono appieno le implicazioni di segnalando un avvistamento di droni “.
Una talpa all’interno dell’aeroporto o almeno un sistema di intercettazione delle comunicazioni
Sembrava che il o i piloti di droni potessero vedere esattamente cosa stava succedendo in pista e cosa si stava decidendo nella sala di controllo del traffico aereo, magari intercettando le comunicazioni radio.
Il drone appariva e scompariva proprio quando si stava per riaprire il traffico e autorizzare il decollo o l’atterraggio degli aerei.
“Era chiaro che gli operatori dei droni avevano un collegamento con ciò che stava accadendo all’aeroporto” – racconta Woodroofe e aggiunge che evidentemente colui che stava pilotando il drone, ne aveva scelto uno immune al sistema DJI Aeroscope in prova all’aeroporto.
Tutte le volte dopo un fermo, che sia stato tentato di riaprire il corridoio di atterraggio e decollo il drone riappariva, facendosi beffa delle forze dell’ordine che tuttora non sono riuscite a risalire al o ai criminali.
Il blocco dell’aeroporto ha causato ingenti danni economici e spese
Attualmente a Gatwick sono stati installati 2 set di un sistema di prevenzione anti drone di stampo militare realizzati da un consorzio di tre società britanniche, il cui costo si aggira sui 5 milioni di Sterline.
Allo stesso modo a molte compagnie aeree lo ‘scherzetto’ del volo con il drone nei pressi dell’aeroporto di Gatwick, ha comportato un danno di parecchie milioni di sterline.
Rimangono tuttora oscuri i motivi di una azione del genere, che a questo punto parrebbe non essere solo il comportamento irresponsabile, ma allo stesso tempo criminale di una persona isolata, ma un vero e proprio attacco coordinato svolto con finalità ben precise.
[fonte BBC]




