Sono state le zone a cavallo tra Marche ed Umbria colpite dai recenti terremoti di grande intensità ad ospitare il nuovo campo di addestramento di Rescue Drones Network destinato a sperimentare l’impiego dei droni a supporto delle attività di soccorso su macerie.
Il Network di recente costituzione rappresenta la prima rete strutturata al mondo di professionisti del settore dei droni che mettono volontariamente a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni le loro competenze e le attrezzature necessarie per affrontare in modo più efficace le diverse situazioni di emergenza.
L’obbiettivo di questa intensa due giorni era quello di sperimentare procedure innovative di intervento in aree colpite da eventi sismici, in particolar modo per l’aerofotogrammetria d’emergenza e la ricerca di persone nelle aree colpite.
Uno dei problemi rilevanti in caso di medio-maxi emergenza è quello dell’enorme difficoltà ad avere tempestivamente informazioni sull’estensione dell’area colpita, sull’entità sommaria dei danni, sui percorsi stradali disponibili per le squadre di soccorso e sulle aree destinate alla movimentazione degli elicotteri e all’allestimento dei posti medici avanzati. Quando cadono le infrastrutture di comunicazione telefonica e viaria tutto questo diviene ancora più complicato con la conseguenza che non si hanno informazioni attendibili per decidere chi mandare, dove mandarlo e dove farlo transitare sino a che non si prende contatto visivo diretto con l’evento.
Il progetto di RDN per l’aerofotogrammetria d’emergenza tende proprio ad effettuare rilievi a mezzo droni per fornire in breve tempo ai centri di comando e controllo modelli bi e tridimensionali che consentono di cambiare significativamente l’esito dei soccorsi che possono divenire, così, più mirati ed efficaci.
Un progetto ambizioso ma estremamente complesso da attuare, non tanto per difficoltà di tipo aeronautico quanto perché occorre una pianificazione attenta in presenza di parecchie variabili e senza che esista letteratura consolidata su cui basarsi.
Ecco quindi che piloti di droni e altri volontari – in arrivo da diverse regioni italiane – si sono concentrati nella giornata di sabato a studiare con attenzione le diverse problematiche rilevate dall’esperienza, affrontando un caso concreto nell’area di Campi di Norcia (uno dei tanti paesi fantasma); a seguire sono stati effettuati diversi rilievi sull’area per testare le procedure di volo studiate appositamente per le attività di soccorso.
Nella giornata di domenica i volontari di RDN di sono spostati a Castelsantangelo sul Nera dove sono confluiti altri volontari dei gruppi Protezione Civile di Castelsantangelo sul Nera, Visso e Ussita, del gruppo cinofilo di Jesi, del CB Club Maceratese e della Croce Rossa di Visso.
Destinataria delle operazioni di ricerca congiunta è stata la frazione di Norcia dove si è testata innanzitutto l’integrazione dei diversi attori impegnati nel soccorso: i droni di RDN hanno dapprima effettuato la ricerca dall’alto di persone sia tra le macerie reali che nelle aree limitrofe, impiegando anche termocamere per l’individuazione di persone in vita.
I coordinatori delle unità cinofile hanno così potuto vedere sugli schermi dell’Unità mobile del gruppo CB maceratese le immagini in diretta dai droni in modo da poter avere indicazioni su dove muoversi con maggior sicurezza e da seguire puntualmente le unità di terra che perlustravano l’area.

Un grande aiuto dall’alto anche per il personale sanitario della CRI che sempre attraverso i monitor remoti ha preso contatto visivo con le persone da soccorrere, comunicando con loro attraverso i megafoni a bordo degli stessi droni.
Sempre le immagini ad alta definizione hanno consentito di valutare il percorso da compiere per raggiungere le persone da soccorrere, un supporto che – considerando che ci si doveva muovere in zone impervie – diventa insostituibile per ridurre i tempi di intervento e garantire un adeguato livello di sicurezza alle squadre di terra.
L’Unità Mobile di Controllo di RDN ha garantito il coordinamento in sicurezza di voli anche contemporanei e l’interconnessione con i diversi gruppi di soccorso impegnati sull’area. Molta attenzione è stata data all’aspetto della sicurezza con la sperimentazione dei comportamenti da tenere in caso di avaria durante i voli, coinvolgendo tutto il personale presente nell’area operativa.
Come sempre uno degli aspetti più qualificanti è proprio quello dell’interscambio formativo ed informativo delle diverse componenti del sistema di soccorso: per questo i gruppi intervenuti hanno evidenziato come sia irrinunciabile imparare a parlare la stessa lingua, conoscere esigenze e potenzialità degli altri attori per valorizzare le competenze e gli equipaggiamenti di ogni risorsa in campo.
La soddisfazione per i test effettuati è stata tanta da parte di tutti i gruppi ed ognuno ha tratto spunti interessanti per migliorare nel percorso di addestramento, il tutto condito dall’auspicio condiviso di continuare anche localmente con momenti di formazione e sperimentazione congiunta che saranno a beneficio dell’intera collettività.
Tanto interesse anche dei media, presenti sia con testate locali che nazionali.
[comunicato stampa Rescue Drone Network]




