Il futuro è tracciato: i nostri cieli saranno solcati da milioni di droni postini, efficienti, elettrici e sostenibili. Google batte Amazon e si aggiudica il via libera della FAA per le consegne volanti negli Stati Uniti. Decolla l’era del volo autonomo
La notizia, storica per i mondo sei droni, è arrivata martedì 23 aprile: l’Authority americana, omologa della nostra ENAC, ha concesso a Wing, la compagnia del gruppo Alphabet (che possiede anche Google) la licenza per il trasporto di pacchi a livello commerciale (e quindi non solo sperimentale) per gli Stati Uniti. Un successo di enorme portata per tutta la filiera dei droni, ottenuto dopo aver dimostrato l’affidabilità della sua tecnologia compiendo tremila consegne in Australia, nella periferia di Camberra.

Wing garantisce la sicurezza della sua piattaforma, “testata in decine di migliaia di consegne, di fronte alle porte dei clienti, nei giardini e nei cortili, con livelli multipli di ridondanza e aderendo a un rigoroso framework di sicurezza” dicono. E rivendicano la sostenibilità ecologica del delivery dal cielo: “Il nostro sistema ha una impronta di CO2 che è solo una minima frazione di quella richiesta dal delivery tradizionale, e il decreto australiano sul territorio prevede che nel 2030 il drone delivery potrà ridurre il traffico dell’equivalente di 35 milioni di chilometri percorsi dai veicoli per le consegne“.
Il drone di Alphabet è in grado di volare a 120 km/h ed è completamente automatizzato: il software di bordo è anche in grado di pattugliare l’area prevista per la consegna e scegliere il luogo adatto, tenendo conto di ostacoli, conformazione del terreno (giusto per non atterrare in un’invitante piscina) persone, fili elettrici, alberi e animali. Riesce, secondo Wing, a posare il pacchetto precisamente su un gradino delle scalette delle tipiche villette in legno comuni in Australia e negli USA. La quota di volo in crociera è 400 piedi, cioè i tipici 120 metri che saranno la quota di tutti i droni in Europa con le future norme EASA. Wing afferma che il sistema automatico consente al drone anche di evitare altri droni e aeromobili con pilota a bordo durante la crociera.
Tutto sotto controllo umano
Se le rotte e le operazioni sono autonome, il volo è sempre monitorato da un operatore, e il drone trasmette in tempo reale allarmi ogni volta che si verifica una situazione non prevista, un potenziale rischio o comunque una situazione che richiede una decisione umana. Inoltre il sistema è flessibile al punto che se durante una consegna se ne verifica la necessità, la macchina può cambiare profilo di missione, aggiungendo fotografia aerea e anche ricerca di dispersi senza perdere di vista il suo obiettivo originale.
Nel lontano 2013, il fondatore di Amazon Jeff Bezos affermò in un’intervista che in 5 anni le consegne via drone sarebbero diventate una cosa comune. Sebbene sia stato forse troppo ottimistico nello stimare i tempi, di colpo oggi la sua predizione non è mai stata così vicina all’avverarsi. Anche se, ironia della sorte, sembra proprio che in prima fila non ci sarà la sua Amazon, bensì uno dei suoi più acerrimi competitor.