UK, proposta una tassa annuale per i proprietari di droni

Nonostante le riforme entrate in vigore di recente, non si arresta la costante evoluzione del regolamento sui droni in UK. L’ultimo sviluppo riguarda un aspetto che, sebbene sia accessorio rispetto alla normativa, ha già suscitato le infuocate reazioni dei dronisti britannici. Pare infatti che la CAA, la Civil Aviation Authority (l’equivalente della nostra ENAC) stia valutando l’introduzione di una tassa annuale per i proprietari di droni.

Nello specifico, l’ammontare previsto della spesa potrebbe essere di 16,50 sterline (poco meno di 20 euro al cambio attuale), una cifra che, sebbene sia al momento solo ipotizzata, ha già fatto storcere il naso a molti appassionati di droni, incluse alcune associazioni. Se pensiamo a un professionista, probabilmente questa tassa non farà certo la differenza, ma la prospettiva di una spesa del genere potrebbe risultare invece determinante per i tanti semplici appassionati alle prime armi, o peggio quelli che devono ancora iniziare, spingendoli ad abbandonare l’idea e nuocendo di fatto allo sviluppo dell’intero settore.

La CAA precisa che al momento sta solo valutando la questione (qui c’è la consultazione ufficiale, che chiuderà a giugno) e che i fondi recuperati con questa tassa sarebbero necessari per coprire i costi di manutenzione, gestione e aggiornamento del portale online dove – in virtù del nuovo regolamento – i proprietari di droni dovranno registrarsi. La tassa verrebbe applicata su base personale e non sul singolo velivolo, il che significa che – ad esempio – chi possiede 10 droni e pagherà solo £16.50 l’anno. La stessa Authority spiega che, sebbene stia facendo il massimo per tenere la cifra più bassa possibile, questa potrebbe variare nel corso degli anni, aumentando o diminuendo.

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In particolare, nella consultazione la CAA si riferisce a due classi di individui:

  • Drone Operator“, ossia colui che è responsabile del drone e ne gestisce l’uso (che spesso coincide con il proprietario)
  • Remote Pilot” ossia la persona che vola col drone (e che quindi può coincidere con l’Operator oppure no)

La tassa riguarderebbe solo il primo gruppo di persone (quelle obbligate a registrarsi) e, secondo le stime della CAA, nei primi 18 mesi dalla sua entrata in vigore ricadrebbe su circa 170 mila persone, per un totale di quasi 3 milioni di sterline (oltre 3 milioni di euro), un bottino niente male per mettere su un sistema di registrazione efficiente ed impeccabile.

Peccato che, come sottolineano i tanti detrattori della possibile tassa, il sistema servirà solo a schedare e controllare i piloti legali, mentre sarà di fatto inutile contro quelli irregolari (che non si registreranno di certo). Come a dire “passi pure la questione dei costi del sistema di registrazione, ma almeno non usate la scusa della sicurezza”.

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