Un accessorio che certamente non può mancare nella borsa di ogni fotografo dronista, sia esso un semplice appassionato di droni o un utente professionale, è un bel set di filtri ND (Neutral Density).
Frequentando con assiduità i social network ci siamo accorti che esiste molta confusione a tal proposito. Con questo articolo tecnico cerchiamo di portare un po’ di luce, nel nostro bagaglio culturale e di toglierla al nostro sensore fotografico.
C’è chi afferma che i filtri Neutral Density installati su un drone servano solo per le foto, chi solo per i video e chi dice che servano solo a svuotare il portafoglio.
Per dare una risposta esauriente alla domanda: “Servono i filtri ND per i droni?”
CI siamo permessi di chiedere informazioni a chi mangia pane e fotografia da moltissimo tempo. Pubblichiamo pertanto con piacere un articolo di Erik di Reflex-Mania.
Fra le mille domande che si pone chi inizia a fare riprese con un drone, ce n’ è una che ricorre più di tante altre: “Perché le immagini di X o Y su youtube sembrano film hollywoodiani, mentre le mie hanno quell’aspetto fastidiosamente iper-definito delle telenovelas americane?”
La risposta, contrariamente a quanto si possa pensare, non sta né in dotazioni tecnologiche complesse né in abilità di volo inarrivabili.
Sta invece in un piccolo, semplice oggetto che può costare anche solo una ventina di euro: il filtro ND.
Per quanto riguarda i kit disponibili per i droni si parte da una quarantina di euro in su.
A cosa serve e come funziona un filtro ND Neutral Density e sopratutto può essere utile installarlo sulla camera del drone?
Capire come funziona non solo è fondamentale per utilizzarlo al meglio, ma è anche un affascinante piccolo viaggio nel rapporto che è alla base della fotografia e della videografia: quello fra tecnologia e luce. Ma prima di passare alla risposta è necessario fare un piccolo approfondimento.
Come si forma un immagine?
Dall’analogico al digitale, dai dagherrotipi del 1800 alle fotocamere professionali che costano come un’automobile, il meccanismo è sempre lo stesso: la luce passa attraverso un sistema ottico (l’obiettivo fotografico, ma basta anche un foro in un pezzo di cartone) per arrivare su un elemento sensibile (un tempo la pellicola, ora i pixel del sensore) nel quale lascia una “impressione” che si converte poi, attraverso vari meccanismi, in immagine.
L’aspetto di questa immagine è condizionato da molte cose, ma la principale di esse è la quantità di luce che viene registrata dal sensore.
Questa quantità di luce si chiama, in fotografia, esposizione.
Essa dipende, in primo luogo, dalla quantità di luce effettivamente presente nella scena che stai fotografando o riprendendo.
E, in secondo luogo, da tre parametri che invece dipendono dalla tua fotocamera o videocamera che sono:
- La sensibilità ISO del sensore
- L’apertura del diaframma
- Il tempo di scatto dell’otturatore
L’insieme di questi tre parametri costituisce quello che in fotografia si chiama “triangolo dell’esposizione“.
Se lo desideri, puoi scoprire tutto sulla sensibilità ISO andando a questo articolo su Reflex-Mania.
Mentre a questo link puoi approfondire l’importanza del diaframma.
Del tempo di scatto dell’otturatore invece ne parliamo ora, perché è indispensabile per capire come puoi utilizzare un filtro ND sul tuo drone.
Immagina l’otturatore come se fosse una tendina: quando si alza, fa passare la luce. Quando si abbassa la blocca. E quindi:
- Più tempo questa tendina rimane alzata, più luce passa verso il sensore.
- Meno tempo questa tendina rimane alzata, meno luce passa verso il sensore.
Focalizzato questo, c’è un’altra cosa importante che dobbiamo chiarire…
La differenza fra frame rate e velocità dell’otturatore
Molti tendono a confondere queste due grandezze, e pensano per esempio che quando stanno facendo una ripresa con velocità otturatore di 1/100 di secondo vuol dire che stanno girando un video a 100 frame al secondo.
O, viceversa, che se stanno girando a 60 frame per secondo allora la velocità dell’otturatore sia 1/60 di secondo.
Ma non è affatto così!
Quando fai una ripresa video, frame rate e velocità di scatto dell’otturatore sono due concetti correlati ma molto diversi.
Il frame rate indica la quantità di fotogrammi che ci sono in ogni secondo del tuo video.
Frame rate molto tipici sono 25 fps, 30fps, 60 fps, e così via.
La velocità di scatto dell’otturatore invece ci dice per quanto tempo viene fatta passare la luce attraverso il sistema ottico, e quindi quanta luce riceve ciascun frame.
E puoi quindi avere, per esempio, 30 frame per secondo e velocità dell’otturatore di 1/100 di secondo, oppure 25 frame per secondo e velocità dell’otturatore di 1/80 di secondo, e così via, in infinite combinazioni.
Ora: quell’effetto cinema di cui abbiamo parlato all’inizio si chiama in inglese “motion blur” e potremmo tradurlo in italiano come “sfocatura del movimento“.
Significa appunto che la tua ripresa appare fluida, non iper-nitida, ma anzi, (quasi) sfocata.
Per ottenere queste effetto “cinema” devi mantenere fra velocità dell’otturatore e numero di frame al secondo una relazione ottimale che si esprime con una formula semplicissima:
1/ velocità dell’otturatore = frame rate x 2
Quindi, se per esempio stai girando un video a 30 frame per secondo, per ottenere il motion blur devi impostare una velocità dell’otturatore uguale (o il più vicina possibile) al reciproco di 30 x 2.
E poiché 30 x 2 fa 60, il suo reciproco è 1/60 di secondo.
Semplice no?
Fino a un certo punto.
Abbiamo detto infatti che la velocità dell’otturatore condiziona la quantità di luce che passa …
Non è detto allora che in 1/60 di secondo non ne passi troppa!
Potresti quindi avere, settando i parametri di ripresa a 1/60, delle immagini sovraesposte, cioè con troppa luce.

Oppure, se la tua videocamera setta la velocità in automatico, a causa della tanta luce potrebbe far scattare l’otturatore, per esempio, a 1/200 di secondo.
Facendoti così perdere l’effetto “motion blur” che tanto volevi.
Cosa puoi fare allora?
In una normale macchina fotografica potresti cambiare le impostazioni del diaframma, riducendone il diametro e quindi riducendo il passaggio di luce. Ma nella maggior parte delle camere di serie installate sui droni questo è impossibile. Ecco che allora ti viene in soccorso il filtro ND.
Il filtro ND, finalmente!
Un filtro ND (neutral density) non è nient’altro che una piccola lente che metti davanti al tuo obiettivo e che è in grado di fermare parte della luce.
Esattamente la stessa cosa che capita quando ti metti degli occhiali da sole.
Mettiamo allora che tu stia facendo riprese a 30 frame per secondo in una giornata molto luminosa e che quindi la tua videocamera, per non far arrivare troppa luce ai frame, si imposti su una velocità di scatto di 1/200.
Si tratta di una velocità che è tre volte maggiore di quella che ti serve per avere il motion blur e ti ritroveresti con immagini ultra nitide.
Tu invece vuoi una velocità di scatto il più possibile vicina a 1/60, cioè al reciproco del doppio dei frame per secondo.
Ecco che per farlo metti gli occhiali da sole (cioè il filtro ND) sulla tua lente, in maniera tale da rendere la scena di partenza meno luminosa.
Quale filtro ND scegliere?
Ci sono moltissime marche e tipi e non è mia intenzione darti delle indicazioni specifiche: per quelle ci sono i siti di recensioni.
Credo importante però parlarti del fatto che i filtri ND differiscono fra loro in primo luogo per la capacità di smorzare la luce.
Questa capacità viene indicata da un numero accanto al nome del filtro.
Più alto è il numero, più grande è la potenza bloccante del filtro.
I filtri ND più utilizzati sono:
- ND4
- ND8
- ND16
- ND32
Ognuno di essi è in grado di smorzare la luce il doppio del precedente.
O, detto in altra maniera, ognuno di essi fa passare la metà della luce del precedente.
Se ne usi uno troppo potente, il piacevole “motion blur” cinematografico si trasformerà in uno strano iper-sfocato, nel quale i movimenti sulla scena appariranno come legati fra di loro, fino quasi a creare delle scie.
Se invece ne usi uno non abbastanza potente, i movimenti appariranno più netti e nitidi del necessario.
Ti consiglio allora di acquistare un kit che contenga almeno questi 4 filtri, e con un po’ di esperienza imparerai facilmente qual è il più adatto alla situazione che stai riprendendo e all’effetto che vuoi ottenere.

Un schema facile per sapere quale filtro ND usare per riprese fluide da terra e con il drone
Intanto, ecco uno schema con alcune indicazioni generiche, per riprese terrestri a partire da quale potrai poi fare gli adattamenti che ritieni necessari:
- ND4: con condizioni di poca luce, tipo alba o tramonto – riduce la luce di 1/4 e fino a 2 stop, permettendo di diminuire la velocità di shutter da 1/100s a 1/25s.
- ND8: cielo nuvoloso – riduce la luce di 1/8 e fino a 3 stop, permettendo di diminuire la velocità di shutter da 1/200s a 1/25s.
- ND16: giornata luminosa – riduce la luce di 1/16 e fino a 4 stop, permettendo di diminuire la velocità di shutter da 1/400s a 1/25s.
- ND32: giornata molto luminosa, riprese al mare o sulla neve – riduce la luce di 1/32 e fino a 8 stop, permettendo di diminuire la velocità di shutter da 1/800s a 1/25s.
Considera che le riprese aeree effettuate con i droni, sono solitamente sempre più luminose di quelle terrestri, quindi la tua scelta potrebbe partire direttamente dal filtro ND 8.
Quando non usare i filtri ND
Per le video riprese o la fotografia con droni avere dei filtri ND è praticamente indispensabile.
In aria a una certa altezza infatti, la quantità di luce presente è molta più di quella che normalmente c’è al suolo, e quindi, con il filtro giusto montato, l’aspetto delle tue riprese cambierà radicalmente.
Allo stesso tempo però non ne fare un’ossessione o una conditio sine qua non.
Non è affatto obbligatorio usare un fitro ND, e anzi, ci sono situazioni in cui conviene proprio escluderlo.
Un tipico esempio potrebbe essere quando vuoi riprendere una cascata e vuoi far vedere in maniera molto netta le gocce d’acqua: allora è indispensabile scattare con la maggior velocità dell’otturatore possibile.
Ma ci sono anche molte altre occasioni dove vedrai che il filtro non ti servirà!
Ricorda che ai comandi del tuo drone così come dietro all’obiettivo ci sei tu, con i tuoi gusti, le tue capacità, la tua possibilità di scegliere ogni volta non la soluzione per ottenere le immagini “migliori”, che tanto in assoluto non esistono, ma per ottenere proprio le immagini che tu volevi.
Un saluto da Erik di Reflex-mania.com.