La questione energetica è assolutamente centrale a proposito di droni. Se questi velivoli hanno dimostrato di poter essere impiegati con grande successo nello svolgere centinaia di operazioni con più efficienza rispetto ai sistemi tradizionali, è la potenza delle batterie a rappresentare il principale ostacolo alla loro adozione di massa in tantissimi tipi di business.
Certamente le prospettive offerte dalle batterie a celle di idrogeno, dall’ipotesi di ricaricare i droni in modalità wireless attraverso le antenne telefoniche mentre sono in volo, e da altri progetti innovativi che studiano come fornire più energia ai mezzi aerei unmanned, lasciano ben sperare per il futuro, ma al tempo stesso alcuni team di scienziati preferiscono concentrare le loro ricerche sul risparmio di energia.
È quanto accade ad esempio all’Università di Yale, dove l’esperto di robotica Kaiyu Hang e i suoi colleghi hanno sviluppato un particolare sistema di atterraggio che consente al drone di sfruttare la presenza di appigli nell’ambiente circostante per aggrapparsi letteralmente ad essi e fare una pausa dal volo, pur continuando a monitorare l’area interessata con la sua telecamera. Per farlo, si serve di piccole strutture ad artiglio poste lungo la parte finale dei piedi di appoggio, grazie alle quali può fisicamente incastrarsi su pali, rami e non solo.
L’idea è ispirata all’attività degli uccelli. Hang sottolinea infatti come i volatili non trascorrano in volo tutta la giornata, bensì alternino brevi voli a lunghe soste sicure sui tetti degli edifici, oppure tra i rami degli alberi, durante le quali si limitano a tenere d’occhio l’ambiente circostante, magari cercando di individuare la prossima preda. La stessa cosa possono fare i droni, ossia aggrapparsi fisicamente ad un ramo, ad un palo o altro per continuare a monitorare una zona senza restare in hovering in cielo, con le eliche in funzione, risparmiando una notevole quantità di energia.
Video: il drone si aggrappa all’asse trasversale
https://www.youtube.com/watch?v=TIxKanE1CrU
Il sistema di atterraggio è modulare, quindi i ganci con i quali il drone resta appeso all’asta nel video possono all’occorrenza essere facilmente sostituiti da veri e propri artigli (come vedete nel prossimo video) coi quali ad esempio il velivolo diventa capace di aggrapparsi allo spigolo di una scatola, lasciando attive solo due eliche su quattro (quelle necessarie a bilanciare il peso), con un risparmio di energia comunque notevole.
https://www.youtube.com/watch?v=nCPlU23BHmI
Certo è che non è la prima volta che sentiamo parlare di droni con artigli o bracci meccanici, ma finora queste aggiunte erano state sviluppate nell’ottica di svolgere compiti speciali, mai come mezzi di una strategia di risparmio energetico. Certo è che questo sistema, presentato su Science Robotics, può essere visionato a questo link, non sarebbe utile in ogni tipo di operazione, senza considerare che al momento è il pilota che deve manovrare il drone con precisione per farlo aggrappare al sostegno, ma il team lavora per abbinare al software di controllo del volo quell’intelligenza artificiale sufficiente a renderlo in grado, un domani, di compiere questa operazione in completa autonomia (un po’ come i parcheggi automatici di alcune automobili).




