Non servirà più il NOTAM per volare con il drone nelle ATZ aeroportuali

Finalmente ci siamo: dopo averlo promesso due anni fa al Roma Drone, ENAC è ora pronta a rivedere l’accesso ai droni nelle ATZ aeroportuali.
Che in moltissimi casi arrivano a invadere i centri delle principali città italiane.
Le novità arriveranno prima ancora della prevista modifica al regolamento Enac attesa per Luglio 2019, tramite una circolare, l’ATM09 a cui l’Authority sta lavorando. Non sarà più l’intero ATZ ad essere vietato ai droni, ma solo l’area più vicina alle piste. Fuori da questa zona (che rimane inviolabile) si volerà a quote via via crescenti man mano che ci si allontana dall’aerodromo, senza bisogno di NOTAM o autorizzazioni. Ne parliamo con Carmela Tripaldi del servizio aeronavigabilità di ENAC

Volare nelle ATZ aeroportuali non è un capriccio, ma una imprescindibile necessità operativa per tutte le operazioni, anche urbane, dei droni. Le ATZ, cioè le aree riservate al traffico aeroportuale, sono enormi: incentrate sulle piste dei principali aeroporti, e non solo quelli dei jet passeggeri ma anche alle piste dell’aviazione generale, in molti casi invadono intere città. Per esempio l’ATZ di Milano Linate, che non è nemmeno tra le più grandi, è un cerchio di 18 km di diametro che occupa una porzione di territorio più grande dell’intera provincia di Trieste e si salda con l’TZ dell’aeroporto di Bresso, chiudendo ai droni tutto il centro storico del capoluogo lombardo.

immagine di pindom
L’ATZ di Milano Linate (il cerchio) e quella di Bresso (il trapezio). Il pin indica la posizione del Duomo di Milano, in piena area regolamentata di Linate. La sola superficie dell’ATZ di Linate è più grande della provincia di Trieste.

Con l’attuale regolamento ENAC, per volare in un ATZ occorre il permesso delle autorità aeronautiche (ENAC ed ENAV) e in moltissimi casi l’emissione di un NOTAM, cioè un notiziario speciale che avvisi i piloti degli aeroplani dell’attività in corso. Un permesso che, oltre a costare 94 euro, ha tempi molto lunghi per ‘emissione, fino a 90 giorni. Un notevolissimo freno per i professionisti e gli hobbysti che vogliono volare e fare le loro riprese con i droni, senza interferire minimamente con il traffico aereo: nelle città gli aeroplani non volano di sicuro alle nostre quote, ma l’ATZ ci arriva lo stesso mangiandosi tutto il cielo.

Una limitazione assurda destinata a finire

immagine di Madonnina Duomo Milan 2014 01
La Madonnina di Milano, alta 108 metri e mezzo

Le ATZ ovviamente sono state create molti anni prima che arrivassero i droni, e per le esigenze del traffico aereo manned, quello con il pilota a bordo. Traffico civile sulle città, a quote di sicurezza, ovviamente c’è,  ma alle quote degli aeroplani i droni non arrivano, non certo in città o a decine di chilometri dalle piste.
Quindi alla stessa Enac è chiarissimo che è assurdo limitare le operazioni dei droni che volano al di sotto dell’ostacolo naturale più basso, per esempio un campanile o appunto per tornare al nostro esempio il Duomo di Milano: la madonnina tanto cara ai milanesi è a 108,5 metri di altezza, basta volarci sotto per avere la matematica sicurezza di non incappare in un aeroplano. E d’altronde la quota dei droni in scenario standard urbano è limitata a 50 metri, meno della metà dell’altezza della guglia. E la stessa situazione capita più o meno in tutte le città italiane, il paese dei mille campanili. Pensiamo alla Mole Antonelliana di Torino, che con i suoi 168 metri supera di molto la quota massima raggiungibile da un drone anche fuori scenario standard  (150 metri) o i 133 metri della cupola di San Pietro a Roma.
Di conseguenza, sono già due anni che ENAC ha promesso di riformare l’accesso alle ATZ per i droni, trasformandone l’impianto dagli attuali enormi cerchi a una più ragionevole piramide azteca rovesciata: una no fly zone incentrata sulle piste, dove il NOTAM resterà obbligatorio, e via via degli scalini a quote via via più grandi man mano che ci si allontana dall’aerodromo. In questo modo si verrebbe a liberare una enorme porzione di territorio per le operazioni dei droni, a tutto vantaggio della comunità.

immagine di nuove noflyzone SCRITTE
Così accederemo alle ATZ: non più un cerchio dove tutto è vietato, ma una piramide a gradini di quote via via crescenti man mano che ci si allontana dalle piste (la zona rossa resterà ovviamente vietata).

ATZ aperte ai droni già da Luglio

immagine di Schermata 2019 05 17 alle 17.18.27
Le ATZ aeroportuali in Italia

Con l’avvicinarsi delle regole uniche europee EASA, il cielo diventa via via più libero e cadono molti paletti del regolamento nazionale, a cominciare proprio dal NOTAM per le ATZ, che come si vede nell’immagine riguardano tutto il territorio nazionale. Secondo una stima dell’ingegner Alessandro Cardi, vice direttore generale di ENAC, il 75% degli aeroporti invade la sua città di riferimento con una ATZ, rendendo difficilissimo e costoso lavorare con i droni nel tessuto urbano, un contesto che ben poco ha a che fare con la circolazione aerea.
va riconosciuto che ENAC sta accelerando per la liberalizzazione dell’accesso alle ATZ, che avverrò con una circolare, l’attesissima ATM09, più veloce e flessibile che non l’inserimento del della materia all’interno del regolamento ENAC che uscirà quest’estate e porterà tantissime novità molto attese da chi vola, a cominciare dalle Open e quindi la possibilità di volare in città e sulle persone senza patentino ma solo dopo aver superato un questionario online. Oltretutto, per velocizzare i tempi, ENAC intende presentare la ATM09 saltando la fase di consultazione con gli operatori del settore.

Una circolare e niente consultazioni per fare prima

immagine di Schermata 2019 05 18 alle 12.23.54
Carmela Tripaldi sul palco con Cristiano Baldoni ceo di D-Flight

L’ingegner Carmela Tripaldi, da noi intervistata ai margini del D-Flight Stakeholder Forum, ci conferma che siamo davvero agli sgoccioli del NOTAM per le ATZ (intervista video completa in testa all’articolo): “La direzione regolazione spazio aereo di Enac insieme con i service provider, ENAV e l’Aeronautica Militare sta rivedendo questa tematica nell’ottica di semplificarla” ci dice Tripaldi. “Ci saranno delle no-fly zone e delle zone con quote massime stabilite, dove si potrà volare senza bisogno di chiedere il NOTAM. Abbandoniamo quindi il concetto di ATZ”.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni

Quanto alle tempistiche, Tripaldi conferma che “Entro luglio Enac emetterà la revisione del regolamento, ma questa parte relativa alla circolazione dei droni sarà molto limitata nel regolamento stesso perché sarà demandata alla circolare ATM09 che verrà emessa prima del regolamento. Le novità dunque arriveranno con una circolare che è molto più flessibile e più facile da gestire che le norme del regolamento”. Durante l’intervento sul palco, Tripaldi spiega anche che “andremo in pubblicazione senza consultazioni, perché  sia la circolare ATM09 sia il nuovo regolamento ENAC sono un miglioramento, e inoltre non sono altro che la conseguenza di quello che sappiamo essere il regolamento EASA”,

Quindi da giugno-luglio si volerà senza NOTAM per quanto riguarda la ATZ?
“Sì, esatto, senza NOTAM. Sarà tutto facilitato e semplificato. Devo dire grazie ai colleghi di ENAC con cui ho lavorato, all’ENAV e all’Aeronautica Militare perché questo sarà un grosso miglioramento per tutta la comunità.Saremo i primi in Europa dove anche in prossimità degli aeroporti, in certe quote si volerà senza problemi dal lato aeronautico”,

Quindi si potrà volare a Milano senza NOTAM ?
“Non sono autorizzata a rivelare i dettagli delle aree, però le assicuro che chi ha lavorato ha lavorato per migliorare. Sono sicura che ENAC ha fatto un buon servizio, insieme ai colleghi dell’Aeronautica Militare e di ENAV”.