Tanzania: il Drone Low Cost è di bambù legato con fascette

Siamo abituati a pensare che i prodotti tecnologici più innovativi debbano utilizzare necessariamente materiali ultra moderni, come ad esempio super resistenti e al tempo stesso leggerissime leghe di carbonio. Materiali così ricercati, però, determinano costi importanti sul prodotto finale, una condizione che finisce per impedire, nei paesi meno industrializzati, l’adozione di una tecnologia in grado di fare la differenza. Eppure, se si accettano dei compromessi, con materiali a basso costo si può realizzare un prodotto simile che può funzionare lo stesso, sebbene in modo più spartano.

immagine di uno dei droni di bamb%C3%B9
Ntikha con il suo drone di bambù: non manca davvero niente!

In Tanzania, ad esempio, un ragazzo ha iniziato a costruire droni usando il bambù per il telaio. Si tratta di una risorsa disponibile liberamente nel Paese, perché le piante di bambù crescono spontanee, e questo consente di avere dei droni a un prezzo infinitamente minore di quello dei velivoli industriali.

Abbiamo realizzato questo drone in sole due ore: ha i controlli, i motori, il ricevitore, il sistema di alimentazione, il GPS e alcune parti stampate in 3D. Il costo è di circa 150 dollari” dice Bornlove Ntikha, l’artigiano dei droni di bambù.

Naturalmente non stiamo parlando di un velivolo dal design sofisticato e dai materiali innovativi, come ad esempio era il caso dell’italianissimo drone con telaio di legno Prodigy Wood, di cui parlammo anni fa, ma di una generazione di quadricotteri che badano al sodo.

assicurazione per droni con tutela legale

Già verso la fine dell’anno scorso, il governo aveva promosso assieme alla banca mondiale il primo Lake Victoria Challenge, un evento per raccogliere le migliori proposte su come sfruttare i droni cargo allo scopo di facilitare i trasporti e gli scambi tra le isole e lungo le coste del Lago Vittoria, che rappresenta la principale fonte di fonte di cibo e di ricchezza per Mwanza, la seconda più grande città del Paese (dopo il centro di commercio Dar es Salaam). Molte aziende occidentali avevano sfoggiato le loro soluzioni ultra moderne, ma il costo per la fornitura dei mezzi era eccessivo per le casse nazionali. Il governo puntava a droni che fossero economici da acquistare e da riparare, ma non potendo permettersi materiali costosi come la fibra di carbonio e la fibra di vetro, la commissione è rimasta molto ben impressionata dal progetto di Ntikha, che in quell’occasione ha fatto decollare, restare in hovering e poi atterrare un drone realizzato in autonomia con parti di bambù fissate con le fascette.

In questo video a 360 gradi che parla delle nuove startup di droni del Paese, è possibile studiare le fasi della realizzazione del drone di bambù.

Dal fare un drone artigianale con legno di bambù e fascette al gestire con successo un servizio di delivery il salto è tutt’altro che breve, solo i prossimi tempi ci diranno se alcuni dei trasporti lungo il Lago Victoria verranno effettuati da droni di bambù oppure da una delle tante startup tecnologiche che stanno prendendo il via tra la Tanzania e Zanzibar. Certo però questa storia insegna a non rinunciare alle sfide solo per una questione economica, perché pensare fuori dagli schemi può aiutare a risolvere, almeno parzialmente, una importante necessità.

Categorie News