Droni troppo rumorosi, l’Australia verso un giro di vite

Un rumore definito “Obnoxious” (odioso), quello delle eliche dei droni commerciali e ricreativi. “Nessuno può immaginare quanto sia odioso il rumore dei droni se non li ha sentiti da vicino”, ha scritto un cittadino infuriato al governo di Canberra. Il governo australiano va verso un giro di vite che colpirà operatori commerciali ed hobbisti. E la prima a farne le spese è Google, che aveva avuto uno dei primi permessi per il delivery aereo, e adesso rischia di vederlo volare via a fine luglio.

Limitare il rumore delle eliche è estremamente difficile, ma la questione è serissima: o i droni diventano più piccoli, discreti, silenziosi e sicuri di quanto siano oggi oppure resteranno a terra.  Se ormai è chiaro che il futuro sarà dei droni soto i 250 grammi, grandemente incentivati un po’ in tutto il mondo (EASA compresa), limitare il rumore entro paramettri accettabili è nel prossimo futuro una questione di vita o di morte per l’industria dei droni, specie per le operazioni urbane. E’ da Marzo che il governo autraliano ha nel mirino il rumore delle eliche, lo conferma addirittura il vice primo ministro Michael McCormack. E ora dalle parole gli australiani passano ai fatti.

“Intendiamo fare una ricognizione formale entro fine anno” annuncia McCormack. “Una revisione che prenderà in considerazione l‘impatto sulle nostre comunità del rumore delle operazioni dei droni, le dimensioni, la frequenza e la natura delle operazioni dei droni (ricreative e commerciali) e le norme di sicurezza esistenti, amministrate dall’Autorità per la sicurezza dell’aviazione civile”, ha affermato il vice primo ministro. E ubbidiente il Dipartimento delle Infrastrutture ha aggiornato il proprio sito questa settimana affermando di aver “formulato il punto di vista” che prevede l’ottenimento di una approvazione del rumore a seguito delle lamentele ricevute dalla popolazione.

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“La revisione esaminerà le normative statali e territoriali alla luce delle norme sul rumore proveniente da apparecchiature che operano in ambienti urbani“, si legge nel comunicato di McCormack. “Guarderà anche agli sviluppi oltreoceano e all’innovazione del settore per ridurre l’impatto del rumore attraverso una progettazione e un funzionamento dei droni migliori, comprese le diverse traiettorie di volo”.

Mal di testa per Google

Il primo a esserne colpito è Google, che attraverso la controllata Wing ha intrapreso un servizio limitato nella periferia nord di Canberra usando droni per consegnare cibo e pacchetti. Le autorizzazioni scadono il 31 luglio. Un portavoce di Wing ha rifiutato di prendere in considerazione l’idea che l’utorizzazione non sia prorogata, ma ha detto che la compagnia “assicura che avrà tutte le autorizzazioni necessarie prima di inziare il suo servizio”. “Continueremo a collaborare con tutti i regolatori australiani” aggiungono. Ma prima devono trovare un modo di tenere il rumore sotto controllo.

 

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