Titano è una delle lune più affascinanti del Sistema Solare: fatto di roccia e ghiaccio, è più grande (ma più leggero) di Mercurio. Potrebbe avere laghi, fiumi e forse anche oceani di metano, tanto che alcuni scienziati ipotizzano che sulla sua superficie potrebbero essersi evolute forme di vita che non hanno bisogno d’acqua, sostituita dal metano liquido. Ed è l’unico satellite noto ad avere una densa atmosfera, perfetta per le eliche di un multicottero…
Si chiama Dragonfly, è un drone ottocottero nucleare e volerà nei cieli di Titano com una specie di farfalla, atterrando qua e là per effettuare misurazioni scientifiche, studiando la misteriosa atmosfera e la topografia del gelido satellite mentre cerca una ipotetica, mai osservata vita aliena basata sul ciclo del metano invece che sul ciclo dell’acqua. La missione sarà sviluppata e condotta dal Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University di Laurel, nel Maryland (Stat Uniti).

“Questa missione rivoluzionaria sarebbe stata impensabile solo pochi anni fa”, ha detto Jim Bridenstine, il ceo della NASA, nella dichiarazione video che annunciava la missione.
Se tutto andrà secondo i piani, il lancio è previsto per il 2026 e l’arrivo su Titano dieci anni dopo, nel nel 2034. Dopo l’atterraggio, pardon l’atitanaggio, Dragonfly avrà una durata di almeno due anni e mezzo, con una sorgente di energia nucleare che ricaricherà la batteria tra un volo e l’altro, visto che l’energia solare non arriva dta l’enorme distanza tra Titano e il Sole e la densa atmosfera che assorbe la poca energia solare che arriva. Le videocamere su Dragonfly trasmetteranno le immagini durante il volo, offrendo agli spettatori sulla Terra una veduta panoramica della luna di Saturno.

“Voleremo inizialmente sopra le dune e poi su terreni accidentati”, ha detto Elizabeth Turtle, che guiderà la missione. “Scatteremo le foto con le fotocamere rivolte verso il basso mentre sorvoliamo la superficie, ma potremo alzare l’angolo di visuale così potremo anche guardare verso l’orizzonte.”
Cassini, la prima ad atterrare

Dalla Terra è impossibile vedere la superficie di Titano, ma qualche immagine ce l’ha portata Il giorno di Natale del 2004 la sonda spaziale Cassini della NASA, che inviò sulla superficie un piccolo lander, Huygens che ha rivelato un mondo analogo a una Terra primordiale che gli scienziati hanno descritto come “stranamente familiare, in un mondo così diverso e alieno”. Invece che acqua, i mari di Titano sono pieni di metano liquido. Oltre alle fotocamere, Dragonfly porterà un assortimento di strumenti scientifici: spettrometri per studiare la composizione del terreno, una stazione di sensori di meteorologia, visto che c’è vento ma anche pioggia e neve di metano, e e persino un sismometro per rilevare i “titanomoti”. Fli stessi pattini di atterraggio raccoglieranno il terreno da anilizzare a bordo.
“Dal ounto di vista scientifico, Titano è un’opportunità incredibilmente unica“, ha detto la dottoressa Turtle. “Non solo è un mondo oceanico – un satellite ghiacciato con un oceano di acqua al suo interno – ma è l’unico satellite con un’atmosfera. E l’atmosfera di Titano contiene metano, che porta a ogni sorta di ricca chimica organica che si verifica anche nelle zone più alte dell’atmosfera “.
Parte della missione Dragonfly è proprio studiare se la luna di Saturno potrebbe essere ora, o una volta era, la casa della vita. A causa della natura della sua atmosfera, Titano è un posto molto simile alla Terra, almeno della Terra primordiale prima che si sviluppasse la vita che ben conosciamo. La pressione superficiale di Titano è di una volta e mezzo la pressione superficiale della Terra e si verificano lo stesso tipo di interazioni tra aria, terra e mare. Titan ha quindi una geologia familiare. Il metano su Titano interpreta il ruolo dell’acqua da noi. Il suo ciclo di metano è analogo al ciclo dell’acqua terrestre. Ha nuvole di metano, pioggia di metano e laghi di metano e mari sempre di metano.

Ciò significa che le molecole organiche complesse “nevicano” dall’atmosfera alla superficie di Titano, e si riuniscono per lunghi periodi di tempo e possono essere ulteriormente elaborate. Se i vulcani di ghiaccio (i criovulcani, come li chiamano gli scienziati) eruttano sulla superficie di Titano, come suggerito dai dati della sonda spaziale Cassini, il materiale organico può mescolarsi con acqua liquida. La luce solare, allo stesso tempo, guida la fotochimica del satellite, introducendo energia in un sistema (teoricamente) pronto per ospitare la vita. “Abbiamo tutti gli ingredienti necessari per la vita così come lo conosciamo. Ecco perché vogliamo inviare un lander e un drone proprio lì “, conclude Elizabeth Turtle.