Roma e Firenze, ancora voli abusivi da parte di stranieri, ma dove finiscono i droni sequestrati?

Siamo nel cuore dell’estate e cambiamenti climatici a parte, la nostra penisola offre ai visitatori stranieri molteplici possibilità di svago, divertimento e approfondimenti culturali.
Si inizia dalle costiere italiane passando per dalle Alpi o agli Appennini senza tralasciare l’interesse storico delle nostre importanti città.

Immancabili gli smartphone per tutti i turisti che sono attrezzati anche con le ultime e tecnologiche ActionCam e fino ad arrivare all’ultimo modello di telecamera volante: un drone.
Come ogni anno in questa stagione non mancano le tentazioni per i visitatori stranieri di far alzare il drone magari sul Lungarno a Firenze o sull‘altare della Patria a Roma.
Questi sono solo due esempi appena verificatesi, laddove i turisti stranieri sono stati identificati dai consueti controlli di routine a Firenze e Roma.
Città il cui sorvolo è vietato a meno di non avere gli indispensabili requisiti.
In particolare a Roma poi, insiste una NoFlyZone permanente per motivi di sicurezza e controllo del territorio.

NoFlyZone permanenti sulle più importanti città italiane

Il divieto di sorvolo, è presente in moltissime altre zone del nostro Paese, ma diciamo che se sopra a un lago, un fiume o un territorio poco frequentato, i possibili danni causati da un velivolo a pilotaggio remoto possono essere per l’appunto abbastanza remoti; il sorvolo della ambasciata americana a Firenze o nei pressi dello Stato del Vaticano implicano ben altre complicazioni, non solo di sicurezza aerea e terrestre dei cittadini sorvolati dai droni abusivi, ma anche di possibili rischi di attentati.

Per fortuna sino ad ora, tutti i cittadini coinvolti, erano per la maggior parte stranieri con la passione per le foto e i video aerei che quasi spontaneamente hanno dichiarato le loro intenzioni e sono stati accompagnati in caserma per la identificazione.
Droni sequestrati quindi  e denunce per esercizio abusivo di navigazione aerea. [Leggi anche condannato abusivo per aver volato sul Comune di Milano]

assicurazione per droni con tutela legale

Da questo proliferare di droni abusivi e inopportuni che oramai affliggono da anni il territorio italiano, sorgono due ulteriori interrogativi:
Non sarebbe davvero il caso che l’Ente Nazionale Aviazione Civile promuovesse una campagna mediatica sull’uso dei droni o meglio sul divieto del sorvolo dei droni in particolari situazioni, magari affiggendo anche cartelli con tanto di logo ufficiale dell’Ente?

Cartelli sul divieto dell’uso dei droni, ce ne sono tanti sul territorio, ma la maggior parte non sono legali

Per contro succede che tali cartelli sono installati abbastanza abusivamente in alcuni comuni a protezione di località turistiche invocando non si a bene quali ordinanze comunali.
Ordinanze che nella maggior parte dei casi non sono adeguate in quanto la gestione dello spazio aereo spetta unicamente all’Ente Nazionale Aviazione Civile. [Leggi anche Lettera di ENAC alla associazione dei comuni italiani]
Le autorità locali, se vogliono una riserve permanente o temporanea dello spazio aereo sopra a certe zone comunali, dovranno seguire l’iter burocratico previsto per ottenere adeguate restrizioni.

immagine di esempio cartello no drone zone faa
Esempio di cartello “ufficiale” divieto di sorvolo con droni, con logo della autorità locale aeronautica FAA in questo caso.

Dove finiscono i droni sequestrati?

L’altro interrogativo, certamente più frivolo, ma non meno interessante riguarda una semplice domanda, dove finiscono i droni sequestrati?
In effetti, è per tutti molto facile effettuare una semplice ricerca su internet scoprendo che i droni requisiti a turisti stranieri che sorvolavano in maniera inopportuna e abusiva le principali città italiane quali Firenze Roma, Milano, Torino, Venezia, sono davvero decine e decine.

Vengono utilizzati dalle Polizie Locali, vengono messi all’asta, possono essere restituiti alle persone a cui sono state sequestrati?
Domanda interessante come dicevamo, ma meno importante che non l’interrogativo precedente, ovvero sarebbe opportuno che ENAC svolgesse una attività mediatica, anche con campagne su televisioni private e pubbliche, con l’affissione di cartelli ufficiali un pochino come succede negli States, dove la FAA, equivalente del nostro Ente Aeronautico, è invece molto attiva in tal senso.

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