Il tiro al drone 2.0, uno sport politically correct. Dopo i primi esperimenti di tiro al drone svolti tra gli studenti dell’Istituto Galileo Ferraris e lo shooting club di Sigonella, il professor Scaglione insieme al suo team di insegnati e studenti, “alza il tiro” e rende più complicato e anche più divertente la competizione che impegna i tiratori a colpire un bersaglio mobile e i piloti di droni che devono sfuggire ai colpi e allo stesso tempo urtare alcuni oggetti statici.
articolo del professor Filippo Scaglione
Da più di due anni, presso il poligono di tiro “Etna Shooting Club” di Sigonella (CT) – uno dei pochissimi centri nazionali multidisciplinari dove è possibile praticare 9 discipline di tiro – vengono condotti esperimenti con droni in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Galileo Ferraris” di Acireale (CT), al momento l’unica scuola della Sicilia centro-orientale dove vengono progettati e costruiti – partendo da zero – droni da competizione funzionanti.
Tiro al drone, i tiratori devono colpire un bersaglio mobile e volante
Si tratta del “Tiro al drone”, una variante del tiro a volo dove i tiratori sportivi sparano contro droni auto costruiti molto veloci e scattanti, appositamente corazzati con vetronite ramata.
Il primo test avvenne il 6 maggio 2017, seguito da una serie di competizioni alla quale parteciparono sia i giovani piloti-costruttori del Ferraris che i soci del centro sportivo.
Droni da competizione progettati e costruiti partendo da zero
Grazie alla disponibilità e collaborazione del Dott. Carlo Giunta – Presidente dell’Etna Shooting Club – e all’interesse e approvazione del Dirigente Scolastico Prof. Ing. Ugo Pirrone, il prof. Filippo Scaglione, coadiuvato dal prof. Antonino Spina, ha potuto sperimentare nuove tecniche di volo e inedite modalità sportive che coinvolgessero i droni come ampiamente documentato in numerosi articoli pubblicati online (Armi Magazine, Dronezine, Quadricottero News) e su carta (Armi & Balistica, n. 84 luglio-agosto 2019).
La quarta edizione del tiro al drone si è svolta lo scorso 30 marzo e ha visto la partecipazione straordinaria di Gero Gibiino, attuale campione mondiale di tiro a volo a squadre, il quale ha contributo in modo significativo al perfezionamento di questa nascente attività sportiva.
Nel tiro al drone 1.0 si spara sul drone con i sovrapposti. Nella foto a sinistra, Gero Gibiino, attuale campione del mondo di tiro a volo a squadre.
Hanno partecipato all’evento anche gli studenti dell’indirizzo di chimica e biotecnologie i quali, guidati dal Prof. Mario Di Fazio – biologo forense – hanno effettuato rilevamenti forensi sul luogo, mettendo in atto tecniche di prelievo di bossoli, impronte digitali su armi da fuoco e prelievo di polveri da sparo dai tiratori secondo le nuove metodologie.
Prelievo di bossoli


Il “tiro al drone 2.0”, sperimentato negli ultimi mesi e con test finale svolto il 26 luglio scorso, presenta le seguenti importanti novità – vedere video in testa all’articolo.
1) le armi sportive utilizzate sono pistole e carabine, non più fucili e sovrapposti
2) il bersaglio del tiratore è un contenitore con segatura colorata appeso al drone, ogni centro su di esso gli fa guadagnare punti;
Nel tiro al drone 2.0 vengono utilizzate pistole e carabine, ma contro un bersaglio appeso al velivolo.
3) anche il pilota ha un bersaglio da colpire con punti: un contenitore con segatura di colore diverso, fisso, da urtare tramite quello mobile. Il tiratore perde punti se colpisce il fisso;
4) il drone vola a circa 2 metri di altezza, lentamente e con la quota stabilizzata dal barometro della centralina di volo così che il tiratore non possa mai per errore colpire il velivolo.
5) Nel tiro al drone 2.0 la competizione predilige la destrezza piuttosto che la velocità.
6) Il pilota assume un ruolo attivo (deve colpire il bersaglio fisso), non più passivo (deve sfuggire ai colpi di fucile).
Due squadre composte di pilota di droni e tiratore si fronteggiano allo shooting club
La competizione mantiene la struttura a due componenti per squadra: un pilota e un tiratore per la squadra A, una seconda coppia di pilota e tiratore per la squadra B.
Il tiratore della squadra A deve colpire il bersaglio appeso a drone manovrato dal pilota della squadra B, e viceversa.
Sicurezza per il volo dei droni al primo posto
I velivoli sono provvisti di terminatore di volo con radiocomando indipendente e hanno implementato un limitatore di velocità per sui due assi orizzontali (il barometro limita la velocità lungo l’asse verticale) riducendo così l’energia all’eventuale impatto a meno di 5 Joule.
Il drone e il contenitore appeso volano abbondantemente entro i limiti dei parapalle frontali e laterali: l’obbligo dell’uso dei paraeliche rende la gara sicura al 100%.
I droni voleranno vincolati a terra per mezzo di una corda di opportuna lunghezza.
Un sistema a puleggia permetterà il decollo e l’atterraggio del velivolo comodamente dalla postazione di tiro dove trova posto, dietro al tiratore, il pilota.
Alcuni pesetti di legno legati alla corda eviteranno che essa si metta a svolazzare spinta dal flusso d’aria proveniente dalle eliche attorcigliandosi così al drone.






