Dopo essere evaso da un campo di lavoro dove stava scontando una pena per traffico di esseri umani, Song Moujiang, era tornato nella sua città natale e, tra i boschi nelle vicinanze, aveva trovato una grotta dove aveva deciso di vivere nascosto per evitare di essere riacciuffato dalle autorità. E con le tecniche tradizionali non l’avrebbe forse mai trovato nessuno, ma l’uso di un drone si è rivelato decisivo per scovare tra la fitta vegetazione i probabili segni della sua presenza. Così la polizia di Yongshan ha assicurato alla giustizia il fuggitivo, che ha vissuto per 17 anni in una grotta di circa 6,5 metri quadrati.
Nelle ultime settimane le autorità avevano raccolto nuovi indizi sulla possibile posizione del fuggitivo, concentrando le ricerche sulle montagne vicino la provincia Yunnan della Cina meridionale. Siccome pattugliare l’area sul campo con le squadre di ricerca si era rivelato infruttuoso, però, la polizia ha scelto di utilizzare un drone per monitorare dall’alto l’intera area. A quel punto sono bastate appena 5 ore di volo per individuare una tettoia di acciaio azzurra che spiccava tra le fronde degli alberi. Utilizzando lo zoom, l’operatore ha potuto scorgere una piccola cima al di sotto della tettoia, e più in basso delle evidenti tracce di attività umana e rifiuti.

Una volta individuato il luogo, le squadre si sono inerpicate fino al rifugio, scoprendo il 63enne fuggitivo, che al momento del loro arrivo appariva sporco, trasandato e soprattutto gravato da enormi difficoltà comunicative dovute al lungo periodo in cui è rimasto lontano dalla civiltà.




