Se siete tra le tante persone che odiano le zanzare perché ogni estate vi riempiono di punture e vi tolgono il sonno ronzandovi di notte vicino alle orecchie, allora forse potete immaginare come sarebbe la situazione in un Paese a latitudini quasi equatoriali come Zanzibar, dove non solo le zanzare trovano le condizioni per proliferare tutto l’anno, ma dove malattie come la malaria sono endemiche.
In un contesto del genere, la lotta alle zanzare, che sono i principali vettori del plasmodio della malaria, è una questione di primaria importanza che riguarda direttamente la salute pubblica. I risultati, dopo che negli ultimi anni lo Stato ha promosso l’adozione di strumenti tradizionali di prevenzione (zanzariere e altri rimedi sono stati forniti gratuitamente a gran parte della popolazione), sono incoraggianti: in alcune aree la percentuale delle persone colpite è scesa dal 40% al 10%.
Adesso è il turno dei rimedi tecnologici, visto che è in corso una disinfestazione all’avanguardia con i droni, per bonificare le aree più a rischio che rappresentano l’habitat ideale per la diffusione delle zanzare, come ad esempio le risaie. Il drone è ha uno spray con cui spruzza sull’acqua un gel liquido (Aquatain) che è atossico, biodegradabile e che ha dimostrato di non nuocere ad altri organismi. La sostanza attacca direttamente le larve di zanzara, uccidendole prima che si trasformino in esemplari adulti in grado di pungere e diffondere malattie. Il drone permette di svolgere queste operazioni in tempi nettamente inferiori all’applicazione manuale e a costi molto inferiori rispetto all’impiego di elicotteri.
“La visione definitiva della nostra lotta contro la malaria è di ridurre l’incidenza di questa malattia allo zero entro il 2023“, ha detto Abdullah Suleiman Ali, manager del Malaria Elimination Program di Zanzibar. E chissà che, anche grazie ai droni, non ci riesca.




