Cina: il jammer salva i maiali dai droni che portano cibo infetto, ma crea problemi agli aerei

La Cina è oggi il maggior produttore e consumatore di carne suina al mondo. Nell’ultimo anno, però, le mandrie hanno subito una riduzione del 40%, per colpa di una crisi di settore dovuta in gran parte alla peste suina africana, una malattia che è innocua per gli esseri umani ma è in grado di decimare i maiali.

In questo contesto, il prezzo della carne di suino è cresciuto a dismisura e in diversi luoghi del Paese delle organizzazioni criminali hanno tentato di trarne profitto, minacciando le industrie di allevamento di infettare i loro capi di bestiame, arrivando persino ad utilizzare i droni per superare le barriere di protezione e gettare tra i suini del cibo infetto, con lo scopo di ottenere la cessione dei maiali a prezzi bassissimi e poi rivenderli a peso d’oro.

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Alcuni allevamenti del Paese hanno così dovuto ricorrere all’installazione di misure in grado di contrastare questi raid, dotandosi di sistemi anti droni un po’ come fanno gli aeroporti. La soluzione prescelta dall’allevamento di suini Beijing Dabeinong Technology Groupi è stata il jammer, una tecnologia ad onde radio che, bombardando il drone, può interrompere la connessione col radiocomando, facendogli perdere l’orientamento e quindi il controllo.

Il problema è stato che, se da un lato i droni non sono più riusciti a varcare lo spazio aereo dell’enorme fattoria, la trasmissione del jammer si è dimostrata così forte da causare problemi persino ad alcuni aerei che hanno sorvolato la zona, i cui piloti hanno riferito di aver perso il segnale GPS per qualche secondo. Per fortuna il malfunzionamento degli strumenti ha causato solo qualche breve attimo di preoccupazione per i piloti degli aerei, senza conseguenze disastrose, ma l’uso non corretto del jammer è valso comunque all’azienda diversi grattacapi legali, in quanto la loro azione ha violato le leggi dell’aviazione civile.

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