D-Flight: che cos’è il “Certificato di inoffensività” e perché il tuo drone non ce l’ha

In tanti ci chiedono dove trovare il certificato di inoffensività per i droni sotto i 2 kg, una casella che compare durante la registrazione dei SAPR su D-Flight. La risposta breve è “il tuo drone non ce l’ha e non ce l’avrà mai“, quindi non ti riguarda. Nessun multicottero commerciale lo ha, o può ottenerlo in alcun modo. Barra la casella esclusivamente se hai un trecentino (drone inoffensivo sotto i 300 grammi), e non caricare nessun certificato perché non è richiesto per i trecentini e quindi di nuovo non ce l’hai e non ce l’avrai mai. Se la risposta non ti basta, continua a leggere: nella foto di apertura uno dei rarissimi e costosissimi droni inoffensivi sotto i due chili, questo modello in particolare è usato solo dalla televisione americana CNN e non si trova in commercio.

immagine di inoffensivoNella procedura di registrazione dei SAPR, D-Flight propone la casella dove barrare se il drone è inoffensivo (o meglio non offensivo, il perché di questa scelta lessicale che stride con la fraseologia ENAC non chiedetelo a me ma a D-Flight) e caricare il relativo certificato.

E questo crea un sacco di confusione tra gli utenti, che naturalmente non sanno di che si tratta, visto che i SAPR inoffensivi oltre i 300 grammi e sotto i 2 kg con certificato si contano più o meno sulle dita delle mani: esistono ma sono estremamente rari e molto particolari, e chi ne ha uno sa sicuramente dov’è il certificato, visto che per ottenerlo ha dovuto pagare molti soldi e ha un drone espressamente progettato per essere inoffensivo e non certo un SAPR che viene da un supermercato. Cosa diversa sono i trecentini, i SAPR inoffensivi sotto i 300 grammi, per cui si deve barrare la casella ma non caricare nulla, visto che i trecentini non hanno bisogno di nessun certificato. E quindi di nuovo non ce l’hai e non te ne devi preoccupare, è giusto così.

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I trecentini si dichiarano così, senza caricare nessun certificato.

Tra i rarissimi oggetti volanti inoffensivi sopra i 300 grammi e sotto i 2 kg, la quasi totalità  sono tuttala eBee, macchine da decine di migliaia di euro appositamente modificate e testate da ENAC una per una. Quindi di sicuro se stai leggendo questo articolo tu il certificato non ce l’hai e il tuo drone non può ottenerlo, altrimenti sapresti di sicuro dove l’hai messo o puoi comunque chiedere al consulente che ti ha aiutato nel lungo, faticoso e costoso processo di certificazione.

C’è anche qualche multicottero, più rari dei diamanti sul marciapiede, con il certificato di inoffensività. Ma sono macchine fatte a mano apposta una per una da artigiani specializzati e servono per esigenze più uniche che rare di utenti assolutamente speciali.

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Un eBee, uno dei pochissimi droni che possono essere convertiti a inoffensivi sotto i 2 kg (e oltre i 300 grammi) in modo pratico e sensato.

Da dove viene dunque il certificato di inoffensività, che non hai e non avrai mai?

La base legale dell’inoffensività dei droni sta nell’articolo 12 del Regolamento Enac, e ha dato origine a due tipologie di macchine:

immagine di drone dji spark trecentino capottina e paraeliche stampate 3d1.i trecentini, molto diffusi. Sono i droni inoffensivi sotto i 300 grammi, che non richiedono il certificato di inoffensività: basta che pesino meno di 300 grammi, abbiano paraeliche e velocità sotto i 60 km/h e sono considerati inoffensivi. Per loro tutte le operazioni sono non critiche, in ogni scenario, e il patentino non è richiesto, neanche quello online, almeno fino al 1 luglio 2020. Occorrono i manuali, come tutte le macchine usate per lavoro. Sono descritti all’art. 12 comma 5. Per registrarli a D-Flight si barra la casella inoffensivo e non si carica nulla. 


immagine di drone alveare2. I Sapr inoffensivi sotto i 2 kg, rari come le mosche arancioni, visto che qualcuna bianca c’è. Devono sottostare a rigidissime linee guida pubblicate da ENAC (le trovi qui) per la loro costruzione: materiali, energia sviluppata in caso di impatto, protezioni delle parti sporgenti eccetera eccetera. Sono quindi doni fatti apposta, con una ingegnerizzazione speciale rivolta al minimizzare ogni rischio per chi sta a terra e, una volta costruiti, potranno avere  il rilascio di una Certificazione di Progetto ENAC (che non ci risulta sia mai stata ottenuta da nessuno, potremmo sbagliare, se qualcuno l’ha ottenuta per cortesia ce lo faccia sapere) oppure il rilascio dell’Autorizzazione ENAC su base singola: questo è il famoso certificato richiesto da D-Flight, che ENAC rilascia dopo aver provato la macchina su base singola, cioè una per una. A 90 euro all’ora, questi test non costano poco. Chiaro quindi che chi ce l’ha sa di averlo, se non sai cos’è non ce l’hai di sicuro. 🙂

 

 

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