La lunga strada dei droni in Kenya: finalmente è legale possederne uno

Proprio così. Mentre nel nostro Paese va avanti senza sosta da anni la polemica sulle imperfezioni (a volte grossolane, altre inevitabili) della normativa Enac sui droni, nello Stato africano non solo volare, ma persino lo stesso essere in possesso di un drone, veniva considerato fuori legge, con sanzioni che potevano arrivare fino a 12 mesi di reclusione o al pagamento di un’ammenda del valore equivalente a diverse migliaia di dollari. Fino all’anno scorso, infatti, l’unica entità a poter disporre di droni era l’esercito.

Eppure, anni fa, rispetto ai droni il Kenya si trovava tra i Paesi più avanti dell’intero globo, avendo già nel 2017 dato vita, in qualità di primo Paese africano dopo il Rwanda, a un quadro giuridico che regolava l’uso di droni non militari, restringendo tuttavia le possibilità di acquisto solo ad alcuni modelli ben precisi. Non dimentichiamo che Kenya e Rwanda sono state anche tra le prime nazioni in cui hanno avuto luogo le sperimentazioni di Zipline per la consegna di campioni di sangue a mezzo drone.

Poi però qualcosa è andato storto, visto che l’anno successivo, nel 2018, il Parlamento keniota ritirò il regolamento vigente dalla KCAA (Kenya Civil Aviation Authority, l’equivalente della nostra ENAC) sulla base di preoccupazioni come la scarsa collaborazione pubblica, l’insufficiente attenzione alla privacy personale e diverse incongruenze rispetto all’applicazione delle multe. Il passo indietro legislativo azzerò di colpo i progressi fin lì conquistati dal settore droni e fece deragliare i programmi di sviluppo che grandi aziende come Facebook, Google e persino la Croce Rossa keniana avevano in serbo per il Paese.

Solo verso novembre dello scorso anno il Parlamento prese in considerazione di tornare sui suoi passi, rivedendo il regolamento le cui modifiche sono state definitivamente approvate solo questa settimana. Grazie a queste, finalmente, in Kenya è perfettamente legale possedere un drone per cittadini maggiorenni, aziende registrate in Kenya e – non ultime – le contee. Si tratta di una (seconda) apertura storica, che crea un nuovo spiraglio per dare aria a un settore che può lentamente riprendere a crescere, sebbene il regolamento mantenga uno spirito piuttosto rigido, dal momento che mantiene un controllo minuzioso non solo sulle attività legate ai droni come la produzione, l’assemblaggio e la modifica dei velivoli, ma persino sulla compravendita di droni a livello locale, che richiede l’approvazione dell’Authority.

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