Kenya: droni per combattere l’invasione delle locuste del deserto

Non si arresta l’invasione di locuste in Africa, la peggiore da oltre un secolo a questa parte. In questo momento l’enorme numero di questi insetti, che lungo il loro percorso divorano qualunque cosa cresca sul terreno, rappresenta la principale minaccia per l’economia e la sopravvivenza di circa 25 milioni di persone nel continente africano (stima della FAO), risultando numeri alla mano persino più pericolosa del coronavirus.

L’invasione delle locuste ha già colpito 10 nazioni nella zona del Corno d’Africa e secondo i meteorologi potrebbe presto estendersi, a causa dei cambiamenti climatici, anche a molti Paesi dell’Africa Centrale.

Per tentare di fronteggiare questa catastrofe, i governi stanno tentando ogni tipo di rimedio possibile, incluso l’utilizzo di droni. Se a inizio anno è stata la Mauritania a intraprendere per prima la strada offerta da questa tecnologia, adesso è il Kenya (dove solo di recente è tornato ad essere legale possedere un drone) a puntare forte sui droni contro le locuste, usati per monitorare gli spostamenti degli sciami e l’entità dei danni che questi infliggono alle coltivazioni. Non solo report e analisi dei danni, però, perché altri droni, equipaggiati con nebulizzatori, spruzzeranno pesticidi sulle piantagioni infestate dalle locuste.

Sicuramente i droni usati in agricoltura hanno il vantaggio di poter svolgere lavori su ampie porzioni di terreno in poco tempo rispetto ai sistemi tradizionali, ma se questa strategia si rivelerà efficace potrà stabilirlo solo il tempo.

Ne è ben consapevole Keith Cressman, responsabile senior delle previsioni sulle locuste alla FAO, che a questo proposito afferma: “Nessuno ha mai tentato prima questo approccio contro le locuste del deserto. Quindi non abbiamo alcuna metologia provata per usare i droni con lo spray contro le locuste“.

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