Sono oltre 30 le vittime della tragica serie di incendi che ha colpito pesantemente la zona occidentale degli Stati Uniti, in particolare nello Stato di Washington, dell’Oregon e in California.
Un numero altissimo di singoli incendi (almeno un centinaio) sospinti da intense raffiche di vento che in alcuni casi hanno toccato picchi superiori ai 70 km/h, vanificando gli enormi sforzi delle migliaia di vigili del fuoco e volontari chiamati da tutto il Paese a combattere le fiamme, hanno portato alla distruzione di oltre 3,5 milioni di acri di terra, sviluppando impressionanti nubi di fumo che sono state avvistate a migliaia di chilometri di distanza, persino da New York.
Il Governatore dell’Oregon ha detto che la catastrofe “Potrebbe essere la più grande perdita di vite umane e proprietà a causa del fuoco nella storia dello Stato”.
E se i danni attuali sono incalcolabili, tra migliaia di sfollati e intere foreste andate in fumo, il futuro è ancora più nero, visto che l’impatto ambientale di questo fenomeno non potrà che aggravare la già complicatissima situazione del cambiamento climatico, a sua volta causa ed effetto della terribile faccenda.
E se più volte abbiamo con piacere parlato e riposto le nostre speranze nel contributo che la tecnologia e in particolare i droni hanno dimostrato di poter dare al controllo e alla tutela dell’ambiente e del territorio, anche nella stessa prevenzione e lotta agli incendi, questa volta l’unico contributo che possiamo amaramente offrire sono le desolanti immagini del video postato sul canale Youtube del The Guardian, in cui i droni riprendono la completa devastazione di quello che fino a qualche giorno fa erano foreste e case.