Smellicopter: il drone che sente gli odori grazie all’antenna di una vera falena

Nonostante i risultati spesso incredibili del progresso tecnologico degli ultimi anni, che ci rendono capaci di fare cose che non avremmo mai immaginato, madre natura dimostra ancora una volta di stare due passi avanti.

Un esempio perfetto ci arriva da un team di ricerca dell’Università di Washington, negli USA, che da tempo lavora a un progetto estremamente interessante di nome Smellicopter, un piccolo drone in grado di “fiutare” la presenza di alcune sostanze chimiche nell’aria, riconoscendole e potenzialmente inseguendone la fonte. Un’abilità, questa, che risulta estremamente utile in scenari come ad esempio perdite di gas, fuoriuscite di sostanze di pericolose o altro, in seguito ad incidenti o disastri ambientali.

Nonostante il team di scienziati avesse a disposizione alcuni tra i più moderni e sofisticati sensori hi-tech per captare la presenza nell’aria degli elementi chimici da individuare (ad esempio l’etanolo), la ricerca di un sistema ancora più efficiente per riconoscere gli odori li ha portati a valutare la possibilità di sostituirli con le antenne di un tipo di falena.

L’antenna di una vera falena per un drone che percepisce gli odori

Chiamata Manduca sexta e da noi nota come “Sfinge del tabacco”, questa falena è molto comune e ampiamente diffusa in America Settentrionale, Centrale e Meridionale. La sua particolarità, almeno ai fini della ricerca in questione, risiede nell’incredibile capacità delle sue antenne di riconoscere gli odori ambientali, permettendo alla falena di orientarsi con facilità non solo nella ricerca di fonti di cibo, ma anche di partner per l’accoppiamento.

Smellicopter drone antenna falena

Le antenne di questo genere di falena riescono, per ogni molecola di odore che percepiscono, ad attivare la risposta di un gran numero di cellule, amplificando il segnale. Gli scienziati hanno allora installato una vera antenna di Manduca sexta sul drone, collegandone le estremità con dei piccolissimi fili elettrici in grado di captarne gli impulsi. I test hanno dimostrato che questo nuovo dispositivo bio tecnologico era più rapido nella risposta e più veloce nel passare da un tipo di odore a un altro, rispetto al drone che usava i tradizionali sensori.

Le antenne, asportate da insetti che erano stati prima anestetizzati a basse temperature, continuano a svolgere la loro funzione per circa 4 ore dopo l’asportazione dal corpo della falena.

Video: Come funziona Smellicopter

Come si vede nel video, al drone sono state aggiunte anche delle alette posteriori grazie alle quali si orienta più facilmente per restare costantemente controvento, condizione necessaria per tenere la sua capacità olfattiva sempre all’opera.

Certo avere un olfatto molto sviluppato è un vantaggio, ma non è un buon motivo per “volare alla cieca”, per cui Smellicopter possiede anche dei sensori per il riconoscimento e l’evitamento automatico degli ostacoli, che ovviamente risultano fondamentali per muoversi nella massima sicurezza, specie nei contesti angusti, intricati e pericolosi in cui potrebbe essere utilizzato (pensiamo ad esempio al caso di un’operazione di ricerca e soccorso a seguito di un disastro ambientale).

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