Africa: Droni per liberare dalle mine un corridoio per la migrazione degli elefanti

Anche quando finiscono, le guerre lasciano tantissime tracce del loro passaggio. Alcune sono indelebili, come le perdite umane, altre richiedono decenni, come e la devastazione, ma ce ne sono altre ancora che aspettano silenziose l’occasione giusta per lasciare nuovi segni, anche molti anni dopo dalla fine di un conflitto. È il caso delle mine anti uomo, che in molte zone del mondo continuano a mietere vittime anche dopo le rese e le strette di mano, continuano a scoppiare anche dopo che è “scoppiata la pace”.

Per questo The Halo Trust, un’organizzazione non governativa inglese, si impegna da anni per liberare molte zone del mondo dalle mine terrestri abbandonate sul campo dopo i conflitti degli ultimi decenni.

Tra i loro progetti, uno dei più “curiosi” è senza dubbio quello che riguarda la creazione di un corridoio libero da mine all’interno dell’area di conservazione Kavango-Zambezi, un territorio transfrontaliero che investe ben 5 stati dell’Africa centro-meridionale, ossia Angola, Zambia, Namibia, Botswana e Zimbabwe. L’area rappresenta una delle nature selvagge meglio conservate e più prosperose di tutto il continente africano, ma l’abbondanza di aree minate nella zona angolana nel corso dei quasi 30 anni di guerra civile (qui la pagina di wikipedia per approfondire) impedisce da anni agli elefanti migrati in Botswana di fare ritorno al loro habitat nativo in Angola.

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Per far questo, The Halo Trust sta utilizzando droni equipaggiati con termocamere e tecnologia LIDAR (Laser Detection and Ranging) per individuare e poi disinnescare le mine lungo un corridoio di 12 miglia attraverso l’Angola del sud.

Il nocciolo del problema è che il numero di elefanti nel Botswana è talmente abbondante (si contano più di 130 mila esemplari) che ha iniziato a creare seri problemi ai residenti. Molti contadini lamentano ingenti danni alle loro coltivazioni, causati da gruppi di elefanti che, spinti dalla sovrappopolazione sempre più verso le zone abitate, mangiano e calpestano i campi, occasionalmente distruggendo persino le abitazioni, mettendo a rischio l’approvvigionamento di cibo e destando il malcontento della popolazione locale. E infatti il governo, per ridurre il numero di elefanti, ha deciso nel 2019 di abolire temporaneamente il divieto di caccia nei loro confronti.

Ecco perché il passaggio sicuro che vuole la ONG britannnica, permettendo a molti elefanti di tornare nella loro terra d’origine, alleggerirà la pressione in Botswana e salverà loro la vita.

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