Come non rimanere affascinati e incollati allo schermo televisivo apprezzando le fantastiche immagini dei documentari naturalistici come “Kilimangiaro” e “Sapiens” in onda sulla rete televisiva nazionale? E che dire poi se tali immagini sono spesso supportata da riprese aeree effettuate con i droni di sapienti videomalker?
Abbiamo avuto la possibilità di parlare con Domenico Gambardella, filmaker, fotografo e inviato della RAI per la realizzazione di video riprese aeree da inserire nelle varie puntate di “Kilimangiaro” e “Sapiens“. Gli abbiamo domandato quali sono i permessi da richiedere e le procedure per volare in mezzo alla natura durante le sue missioni all’estero, In Australia, In Perù o in Amazzonia. Gli abbiamo chiesto quali accorgimenti usa per far volare il drone in sicurezza.
E soprattutto ci ha raccontato in prima persona come svolge il suo lavoro e con quale metodo.
Tutto visibile nella video intervista in testa a questo articolo, della quale riporteremo per comodità qualche passo a vantaggio dei nostri lettori.
Come si svolge il lavoro del videomaker che usa i droni all’estero?
DZ- Sei un filmaker o videomaker che si occupa di produzioni televisive, da quanto tempo collabori con la RAI?
Ho iniziato a collaborare con “Kilimingiaro” sin dal 2004, quando ancora si chiamava “Alle faglie del Kilimangiaro” e per me la tecnologia dei droni, ma ha dato una vera e propria svolta nel mio lavoro.
Considera che all’epoca, con una opportuna imbragatura, stavo con le gambe a penzoloni fuori dagli elicotteri per realizzare le riprese aeree. Solo che io soffro di vertigini!
Ti lascio immaginare la contentezza di poter rimanere con i piedi a terra, da quando utilizzo i droni per fare forse anche meglio lo stesso lavoro.
I droni hanno cambiato la vita per i video maker, se qualche anno fa, avere un drone e saperlo utilizzare poteva essere un valore aggiunti per poter lavorare in certi contesti, ad oggi è diventato un requisito quasi mandatorio. Per contro però il solo possedere un drone, non è a garanzia di un buona apparenza nei confronti della committenza. Occorre anche essere in possesso del “patentino”, alias Prova di Completamento della formazione Online, essere assicurati e dimostrare di avere le competenze per poter condurre in sicurezza un drone.
Considera ad esempio che quando si fa una richiesta a un Ente gestore di un Parco, la prima cosa che ti chiedono è se sei in possesso del patentino e se sei assicurato. Io sono avvantaggiato perché ho anche una assicurazione RAI.
La stessa cosa vale per l’estero, dove però onestamente il “patentino” europeo o italiano, non ha molta importanza giuridicamente parlando, ma in ogni caso è un documento in più che dimostra che non si è degli improvvisati o sprovveduti. – (il fatto di poter menzionare di eseguire le riprese per la Televisione Nazionale Italiana è un bell’aiuto a nostro avviso NDR)
Alle Seychelles ad esempio, senza patentino, non mi avrebbero autorizzato.
Le riprese aeree servono sempre per fare la differenza?
DZ- Ritieni che le riprese aeree fornite dal drone siano sempre necessarie quando si realizza un documentario naturalistico?
In genera il drone aiuta a far meglio comprendere il luogo dove ci si trova e le riprese vanno intervallate e miscelate con le riprese a terra, per raccontare la storia. Ma ci sono stati due luoghi, dove senza il drone, non sarei riuscito a portare a casa il girato e a trasferire le esperienze del posto.
Uno è il Perù con le Ande peruviane, dove dal basso puoi raccontare la gente e la cultura, però per avere quell’impatto, per capire bene il luogo, occorreva alzare il drone per trasmetterne le emozioni.
Un altro posto è la barriera corallina in Australia, dall’alto riuscivi a mostrare e a rendere proprio l’idea del luogo. Un altro luogo che ho visitato proprio prima del lockdown è stato il deserto del Neghev, in quel posto il drone è fondamentale.
Il consiglio che posso dare a chi fa un lavoro come il mio, è quello di considerare che il drone ti da un grosso aiuto, ma non si deve finalizzare tutto con il solo uso del drone.
Perché si rischia di esagerare, secondo me ora c’è una certa esagerazione con le immagini e i video solo aerei.
Occorre fare anche le riprese da terra, per poter dare un taglio personale alle proprie produzioni. Con le dovute eccezioni naturalmente. I posti che ho elencato prima, giustificano una abbondanza di riprese aeree, perché da terra non si riesce ad avere una visione d’insieme.
DZ – Che tipo di drone usi?
Ho avuto in precedenza un Mavic 1, poi sono passato all’uso del Mavic 2 Pro. Potrei anche prendere droni di grosse dimensioni, tipo Inspire, ma il problema è il trasporto durante i viaggi. Considera che mi devo portare appresso anche due mirrorless con lenti, tutte le batterie, i droni.
DZ- Come organizzi e pianifichi i tuoi voli?
E’ un grosso cruccio, considera che io ho 4 batterie con le quali devo fare giornata e portare a casa le riprese. Preferisco fare voli corti e vicino a me, dove posso osservare con precisione il volo del drone.
Non vado mai lontano e utilizzo le batterie cercando di ottimizzare la loro ricarica, anche durante i trasferimenti in auto.
DZ- Il regista di dice cosa riprendere e in che modo farlo?
Ti sorprenderò perché faccio tutto da solo! In poche parole io fornisco il pezzo chiavi in mano.
Sono sotto contratto per i due documentari RAI, dall’inizio di ogni stagione. Gli autori decidono le mete e da me si aspettano il girato pronto, montato con anche le musiche.
Una volta capito dove mi devo dirigere, sta a me contattare i vari responsabili per ottenere le autorizzazioni.
Quali permessi e autorizzazioni servono per volare con un drone all’estero?
DZ – Come e dove esegui le richieste nei vari Paesi Esteri?
Una volta stabilita la meta, mi informo sulle possibilità di portare il drone, pianifico i posti dove avverrà il sorvolo in accodo con l’Ente del Turismo locale. Ad esempio se voglio volare in un Parco, dovrà concordare e conoscere se il periodo lo permetterà. Evitando i mesi della nidificazione.
DZ – Noi dronisti italiani, sentiamo in modo particolare il problema dei Parchi e alle volte subiamo passivamente le negazioni della possibilità di sorvolarlo, ma succede anche all’estero?
In linea di massima non si può arrivare dentro a un Parco e pretendere di far volare il drone. Ci sono anche località dove il sorvolo è vietato. Ad esempio all’interno del deserto de Negev, c’era un parco bellissimo e essendoci parecchi nidi di volatili, il sorvolo con il drone era completamente vietato.
Bisogna anche comprendere che non è che i gestori dei Parchi sono cattivi e non ti fanno volare, ma tendono a preservare alcune situazioni ambientalistiche, e che probabilmente non sono conosciute da chi possiede un drone.
Tu magari pensi che li ci non ci sia nessuno e ti domandi perché non ti fanno volare, invece potrebbero esserci dei nidi di uccelli che quando vedono il drone, li abbandonano e non ci tornano mai più sentendosi minacciati.
Per contro molti Enti Parco, passati i periodi di nidifcazione, possono dare le autorizzazione, alle volte spiegando con precisione anche le zone all’interno dello stesso dove poter o non poter volare con il drone.
Ti sono mai capitati incidenti o rotture di un drone?
Incidenti ne ho avuti e più ne hai e più ti fai delle domande circa la possibilità di non portare a casa ne il drone ne il girato. Alle volte un vento molto forte, mi ha fatto pensare di tenere in sicurezza il drone e rinunciare a un ripresa seppur potenzialmente interessante.
Chi fa questo lavoro deve portare a casa del materiale. Non bisogna volare con ansia e tensione.
Occorre rimanere tranquilli e fare delle scelte, preservando il drone e le registrazioni ottenute.
Mi è capito di perdere un drone in Perù, appena rientrato dalle Ande e mi trovavo in Amazzonia.
Il drone si trovava sull’orizzonte, dove acqua e cielo sembravano collegati. Inoltre uno stormo di uccelli me lo ha abbattuto. Esperienza triste nel vedere tutti gli accessori, ma senza il drone.
Era il primo giorno che facevo le riprese e ne avevo altri 3 o 4.
Nei viaggi successivi, me ne sono sempre portati due, in modo da avere un backup.
DZ – Il tuo rapporto con i volatili come è?
Terrificante! Gabbiani, picconi; sono animali molto territoriali, all’Isola d’Elba appena ho alzato il drone in volo ho capito che dovevo andarmene dagli attacchi subiti. Una volta a terra, non se ne sono andati fino a che non mi sono allontanato fisicamente.
Non voglio sembrare un bacchettone, ma sto riportando esperienze personali e capitate.
Ad esempi dovrei far un video all’Altare della Patria a Roma, ma conoscendo la situazione gabbiani e pensando che mi possa cadere in Piazza Venezia, i danni che potrei provocare sono davvero incommensurabili. Sicuramente farò riprese solo da terra.
Poi ci sono altre situazioni dove altre specie di volatili, seguono il drone curiosamente e senza attaccarlo, in quel caso le riprese sono anche molto belle.
Chi contattare e quali consigli prima di partire con un drone per le vacanze o il lavoro all’estero
DZ – Ottieni sempre le autorizzazioni per volare ?
Dovrei andare a Singapore, dove mi hanno già espresso il divieto di volare in città. Anche in Cina, me lo hanno negato e cosa assurda, una volta sul posto, ho visto decine e decine di droni in volo.
In Polinesia, per ottenere le autorizzazioni devo iniziare a richiederle mesi prima.
Il consiglio che mi sento di dare a chi vuole andare a volare all’estero è quello di informarsi sui luoghi e chiedere i permessi.
Ad esempio in Australia per ottenere il visto come turista c’è una procedura molto lunga e complessa, ma per volare con il drone invece, ci si deve confrontare con la loro autorthy nazionale – C.A.S.A. ndr – e una volta spiegato dove andrai a volare e per quale motivo di danno il nulla osta senza troppe difficoltà. E anzi in seguito di mandano via email tutti gli aggiornamenti.
Alle volte è molto semplice, ma nel mio caso, non mi hanno mai dato le autorizzazioni per volare in città.
DZ – Quale iter segui e cosa consigli di fare per le autorizzazioni nei tuoi viaggi all’estero?
Io parto sempre dal sito dell’aeronautica locale e farei comunque anche un telefonata agli Enti del Turismo.
In linea di massima, devi descrivere il tuo drone, se possiedi un patentino, se hai una assicurazione e specificare il luogo e la data del sorvolo.
DZ – Ti è mai capitato di essere controllato dalle Forze dell’Ordine?
Non mi è mai capitato perché i difficilmente volo in aree urbane. I miei voli sono a livello paesaggistico e quando arrivo sono accompagnato da una guida.
DZ – E’ stata una intervista molto divertente e interessante, ma ci divertiremo ancora di più quando verremo in viaggio con te come portaborse per trasportare la tua attrezzatura fotografica e tuoi droni. Alla prossima e complimenti per il tuo lavoro.
Grazie a voi, quando mi capiteranno nuovamente situazioni particolari o divertenti, ci risentiremo sicuramente.
Guarda il video su Youtube, iscriviti al canale e metti un Like si ti è piaciuto.