La DARPA vuole un drone sottomarino che si ricarica sott’acqua

Entra nel vivo il programma Manta Ray della Darpa, l’Agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che si occupa di sviluppare nuove tecnologie per uso militare.

Nello specifico, il programma riguarda lo sviluppo di un UUV (Unmanned undersea vehicle) ossia in sostanza un drone sottomarino. Non un drone subacqueo qualunque, però, perché le società che hanno vinto l’appalto, Northrop Grumman Systems Corporation e Martin Defense Group, dovranno presentare ognuna, al termine della fase 2 del programma, un prototipo a grandezza naturale e in grado di essere completamente autosufficiente sott’acqua, inclusa la capacità di ricaricare da sé le batterie ed effettuare operazioni di manutenzione in modo del tutto autonomo.

Del resto questi droni verranno impegnati in missioni oceaniche a lungo raggio e di lunga durata, perciò dovranno imparare a cavarsela da sé in ogni tipo di situazione. L’aspetto più curioso del drone Manta Ray, il cui nome è dovuto alla forma che ricorda la Manta (nonché il design del famoso aereo stealth SR71), sarà sicuramente quello della ricarica autonoma mentre si trova sott’acqua. Come mostra il filmato diffuso sul canale Youtube della DARPA, questa operazione dovrebbe avvenire per mezzo di una sonda tethered in grado di trasformare in energia elettrica la forza delle correnti marine, alimentando il drone che per l’occasione sarà “arenato” comodamente sul fondale.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni

Oltre a quello che traspare dal video e dalla scheda del programma sul sito DARPA, sul conto di questo drone subacqueo – è il caso di dirlo – non “affiorano” molti altri dettagli. Inevitabile tanta discrezione, se consideriamo che Manta Ray sarà una tecnologia ad uso militare, sebbene DARPA affermi che non sarà dotato di armi, perché più che votato al combattimento si tratterà di un drone che svolgerà principalmente operazioni strategiche o logistiche.

Ma la DARPA non lavora solo a progetti al di sotto della superficie del mare. Tra i progetti in sviluppo abbiamo infatti parlato anche dell’originale sistema anti droni basato su una specie di stelle filanti sintetiche.

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