Come è successo con quasi tutti gli altri settori, anche quello dei droni è stato fortemente colpito dalla pandemia. Eppure, allo stesso tempo, l’inatteso scenario caratterizzato da necessità di distanziamento sociale, di monitoraggio e di consegne rapide ed efficienti, ha anche messo chiaramente in luce le incredibili potenzialità dei droni, in qualche modo ponendo le basi per un pronto rilancio del mercato.
E infatti, benché non sia tornato ai livelli pre-pandemici, il valore del mercato dei droni in Italia ha registrato nel 2021 una crescita del 29% rispetto all’annus horribilis 2020: una ripresa marcata ma al tempo stesso frenata dalla chiusura (solo nell’ultimo anno) di 45 imprese attive, ma anche dalla normativa, visto che per l’81% delle imprese è responsabile di bloccare lo sviluppo del settore.
Del resto, come si evince dai risultati della recente ricerca dell’Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno online ‘Droni: tra Tradizione e Innovazione’, il settore è in piena evoluzione e va sviluppandosi seguendo due segmenti ben diversi tra loro:
- da un lato troviamo il segmento “operativo” (al momento l’unico che genera ricavi) con droni medio/piccoli che svolgono attività a valore aggiunto per i settori più tradizionali;
- dall’altro c’è il nascente e promettente mercato della “Advanced Air Mobility”, con droni di dimensioni mediamente più grandi destinati al trasporto di beni e persone, al momento però caratterizzato da progetti sperimentali o ancora da testare.
“Il 2021 è stato un anno di discreta ripresa per il mercato professionale dei droni” osserva Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni. “Il settore sta vivendo una forte evoluzione: diverse imprese di piccole dimensioni stanno gradualmente uscendo dal mercato e altre stanno acquisendo un ruolo di primo piano. Il settore non è però ancora maturo e diversi scenari si devono ancora sviluppare per una piena operatività delle applicazioni, a cominciare dalle prospettive del volo Bvlos (Beyond Visual Line of Sight)” indica Lovera.
Per Paola Olivares, Direttore dell’Osservatorio Droni, “ci troviamo in una fase delicata per il settore dei droni: le scelte degli attori possono determinarne in modo forte il pieno sviluppo o la sua marginalizzazione. La crescita del segmento di mercato operativo da un lato può abilitare sperimentazioni in grado di diffondere una maggiore accettazione sociale dei droni tra i cittadini e dall’altro fornire soluzioni pronte all’uso per il nuovo mercato dell’Advanced Air Mobility, di cui sono ancora da definire regole, tecnologia, servizi, normativa e modelli di business. Un segmento che nei prossimi anni potrà rappresentare un’importante discontinuità nel trasporto merci e nella mobilità delle persone in area urbana ed extra-urbana”.
Stando alle aspettative delle imprese, Cristina Rossi Lamastra, Responsabile Scientifica dell’Osservatorio Droni, rileva che “l’85% delle imprese italiane coinvolte nel sondaggio dell’Osservatorio Droni prevede un mercato in forte crescita entro i prossimi 3 anni, contro l’80% del 2020 e il 71% del 2019. Uno dei principali nodi da scogliere per lo sviluppo del mercato però resta la normativa, indicata come significativo vincolo dall’81% dei rispondenti”.
La ricerca dell’Osservatorio Droni rileva che il 41% delle imprese ritiene che il Regolamento Europeo Droni stia già dando un forte impulso al mercato (contro il 32% delle imprese più scettico). Quello che sembra mancare secondo i ricercatori è la sua piena applicabilità, ritenuta un forte freno dal 64% dei rispondenti. La crescita del settore, soprattutto nel segmento operativo, deve passare dal processo di innovazione e le imprese stanno investendo soprattutto sull’efficientamento dei processi e dell’organizzazione aziendale (55%), sul marketing e le vendite (43%). Meno sullo sviluppo di hardware (30%) o software (26%). Il 69% delle imprese investe infatti meno del 30% della spesa in Ricerca e Sviluppo nel business dei droni. “Tale percentuale – commentano gli analisti- non è sufficiente per portare reale innovazione sul fronte tecnico e tecnologico”.




