Dal 2012 ad oggi sono 10 anni nel corso dei quali Assorpas la prima associazione di categoria nel settore droni, velivoli unmanned e UAS in genere, ha operato in Italia e presto anche all’estero.
Il consiglio direttivo festeggia l’anniversario a Bologna, dove proprio nel giugno del 2012 si svolsero i primi incontri preliminari, che portarono poi alla costituzione della associazione che aveva e ha tuttora lo scopo di tutelare in buona parte gli attori del settore. Siano essi costruttori di droni, aziende di formazione e operatori professionali.
Visto che lo scrivente all’epoca era presente a quella riunione preliminare, mi sembrava corretto partecipare anche a questo importante ritrovo in presenza e dal momento che ero li, porgere qualche domanda al consiglio direttivo per avere il polso della situazione regolamentare ed operativa odierna; parlando delle criticità del settore dei droni, degli ostacoli normativi e anche del futuro associazionistico.
Nella intervista che potrete vedere integrale in calce a questo articolo e presente sul nostro canale Youtube, abbiamo fondamentalmente intervistato il presidente Nicola Nizzoli, che senza tanti giri di parole entra nel vivo dell’argomento esprimendo le sue perplessità, non tanto sulla normativa vigente, sulla quale comunque non si esime da lanciare qualche frecciata sia a ENAC sia ad EASA, ma proprio sull’evolversi continuo della stessa.
In sostanza gli stravolgimenti regolamentari nel settore UAS e droni, non permette agli operatori di lavorare con serenità, di programmare investimenti e nemmeno a livello formativo, di garantire una continuità e rapporto tra insegnate e candidato nella sua futura professione di pilota remoto.
Proseguendo la chiacchierata con Giorgio Biasi, attuale tesoriere della associazione, parliamo di problemi pratici, di quei piccoli vincoli ostativi che talvolta fanno la differenza tra portare a casa un lavoro e vederselo rifiutare.
Si parla della circolare ATM-09A, e della sua applicazione, specialmente nelle zone comunemente definite come rosse e che in sostanza sono le zone geografiche a protezione delle aree aeroportuali.
Gli operatori professionali, a detta di Biasi, sono spesso in difficoltà a richiedere tali accessi perché spesso le risposte da parte delle Direzioni Aeroportuali di competenza sono differenti tra loro. In particolar modo per quanto riguarda le tempistiche che variano da pochi giorni, per i permessi ottenuti dalle D.A. più avvezze ad avere a che fare con gli UAS utilizzati per lavoro ai canonici 35/45 giorni come previsto dalla stessa circolare.
A corollario di quanto sopra esposto, ricordiamo che gli operatori di droni nella categoria Open, non possono nemmeno richiedere i permessi per volare nelle zone rosse con altezza dichiarata di 0 metri, come riportato in AIP e sul portale d-flight.it.
E’ la volta di Carlo Intotaro, nome noto e conosciuto nell’ambiente professionale, presente nella associazione da 9 anni. Ci racconta delle difficoltà pratiche e operative dei soci di Assorpas e di come cercando di risolvere, ci si interfaccia con gli Enti responsabili. Si parla anche del vecchio e oramai obsoleto attestato CRO che ad oggi, risulta equiparato ad un attestato A2 più scenari standard..
Di fatto Intotaro afferma che gli stravolgimenti normativi, non abbiano contribuito a far crescere il settore, ma tutte le volte che sono state introdotte nuove norme, venivano azzerate le competenze pregresse degli operatori.
Ultima arrivata all’interno di Assorpas, Sara Mangoni, che dal 2019 fiancheggia il consiglio direttivo occupandosi anche e in particolar modo dell’associazionismo europeo.
Dal 2021 è stata costituita JEDA, una associazione di associazioni, che opera a livello europeo coinvolgendo ad oggi 19 Paesi membri il cui scopo è relazionarsi con EASA e gli altri stakeholders.
Come segretario generale di JEDA Mangoni ci racconta di come la partecipazione all’interno di questo gruppo di lavoro sia molto vivace e che abbia suscitato anche stupore all’interno dei tavoli tecnici.
Auguriamo quindi ad Assorpas buon decimo compleanno, nella speranza che continui a lavorare a tutela del settore italiano ed europeo in questo, forse fin troppo variegato, ambiente di UAS o droni che dir si voglia.
Buon lavoro e ancora auguri. Stefano Orsi.




