Il Disco, il drone tuttala di casa Parrot, ha un’autonomia di oltre 45 minuti e una velocità di 80 km/h, il che lo rende la macchina ideale per missioni su vaste porzioni di territorio, dove quadricotteri di prezzo e caratteristiche simili non possono arrivare. La limitazione più importante era la distanza massima raggiungibile rispetto al pilota, 500 metri, dopo di che il drone attiva automaticamente il ritorno a casa.
Parrot non ha un vero geofencing, come per esempio DJI o Yuneec, inteso come un sistema che impedisce automaticamente al drone di volare dove è proibito. Con il termine “Geofencing”, Parrot indica semplicemente la distanza e la quota massima che il drone può raggiungere prima di attivare il RTH. Fino a oggi, il limite era 500 metri, il massimo ammissibile per i voli in VLOS per i piloti di SAPR con patentino (mentre gli aeromodellisti, quindi chi vola per hobby senza patentino, il limite massimo è 200 metri). Il limite nuovo viene portato a 2 km, e si può raggiungere legalmente solo da parte di piloti SAPR che usano le tecniche dell’EVLOS, l'”Enhanced VLOS“, che prevedono l’impiego di più piloti e osservatori, in modo da coprire a vista tutto il percorso e dare indicazioni al PIC, il pilota responsabile del volo.
Per ottenere l’aggiornamento basta cliccare su “Controlla gli aggiornamenti” in FreeFlight Pro, la app gratuita di volo disponibile per iOS e Android. Se si ha la versione 1.1.0 il processo è molto facile e veloce, ma attenzione a chi usa ancora la 1.0.5: in questo caso prima viene aggiornato alla 1.1.1, e questo comporta la perdita di tutti i dati registrati nella memoria interna del Disco, quindi prima di aggiornare scarichiamo tutto quello che ci è utile.

Altri cambiamenti di minore entità riguardano l‘esatta posizione per il return to home, che adesso è fissata sul punto di decollo e non nella posizione dove si è armato il drone: molto utile visto che a differenza dei BeBop il disco molto spesso viene armato in un posto diverso da quello in cui è lanciato. Per esempio, in un campo volo spesso lo si arma sotto la tettoia del club e solo poi si va in pista a lanciarlo: ora con l’RTH il drone non cerca più di infilarsi sotto la tettoia scatenando il panico ma più correttamente atterrerà in pista.
Sempre a proposito di GPS, per i voli manuali ora il Disco rifiuta di partire se non riesce a trovare un segnale GPS valido.





