Procedono spedite le novità in casa Gyroflow, il popolare software open source che permette di stabilizzare in post produzione i video realizzati coi droni. In questi giorni, infatti, la nuova versione del programma, arrivato alla 1.2.0 e già disponibile per sistemi desktop, è approdata per la prima volta anche su sistemi operativi Android.
Nel mondo di oggi i device mobile sono sempre più onnipresenti nelle nostre vite, e diventano sempre più potenti anche per farsi carico di compiti di elaborazione sempre nuovi e più pesanti, prima riservati solo ai computer. E tra questi non ci sono solo le operazioni di video editing, ma anche il controllo dei droni, visto che molti velivoli si pilotano usando direttamente (o indirettamente) usando lo smartphone.
Ecco allora che l’arrivo di Gyroflow sui sistemi Android (lo sviluppatore Adrian Eddy ha già annunciato che prevede di portare la sua creatura anche su iOS, ma al momento non ci sono previsioni sulle tempistiche) non può che essere un’ottima notizia per i tantissimi utenti che finora erano costretti ad usare il software sui loro sistemi Windows, MAC e Linux.
Del resto Gyroflow è molto popolare soprattutto tra i tanti piloti che volano in fpv o comunque con droni sui quali la camera non è montata su un apposito gimbal meccanico, ma le sue capacità di stabilizzazione dei video in post produzione tornano molto utili anche per tutti i piloti che, pur volando con un drone dotato di gimbal, si ritrovano a fare i conti con un filmato di stabilizzazione che non li soddisfa.
Gyroflow con Avata
I risultati sono molto validi, al punto che Gyroflow ha fatto un ottimo lavoro anche sui video girati con DJI Avata (guardate il video di seguito), un drone da fpv che, come detto nella sua recensione, sfrutta già due sistemi di stabilizzazione della camera estremamente efficaci.
Per usare Gyroflow con DJI Avata, perciò, è necessario non solo impostare la fotocamera su un FOV ampio, ma ovviamente verificare anche che la stabilizzazione (Rocksteady o Horizonsteady) sia disabilitata. In questo modo i dati del giroscopio di Avata verranno inseriti all’interno del file video e usati da Gyroflow durante la post-produzione.
Versione Android ancora acerba
Attenzione però a non crearsi troppe aspettative. Sempre Adrian Eddy, uno degli sviluppatori del software, ha tenuto a precisare che Gyroflow su Android non va considerato ancora un prodotto completo. Di conseguenza al momento non funziona su tutti gli smartphone, oppure può capitare che l’applicazione si arresti all’improvviso in modo anomalo. Inoltre, in generale, il rendering è piuttosto lento perché di fatto si lavora con una prima versione del programma, che è praticamente quella desktop adattata a sistemi Android ma non appositamente sviluppata per essi.
Alla luce dei progressi compiuti finora dal tema di sviluppo, però, c’è da scommettere che entro qualche tempo assisteremo ai primi miglioramenti dell’app.
Chi vuole può scaricare l’apk di Gyroflow v1.2 per Android da questo link: https://eddy.cx/dev/Gyroflowv1.2.apk




