Puglia: Droni e trappole smart contro siccità e insetti “alieni” nelle campagne

Non è la prima volta che ci troviamo a riportare un’iniziativa che coinvolge l’uso dei droni per migliorare la produttività delle campane pugliesi, e anche questa volta è Coldiretti Puglia ad essersi fatta promotrice del progetto innovativo.

Come riporta il loro sito ufficiale, infatti, nella giornata di ieri nella zona di Andria si è tenuta una prova sperimentale nella quale i droni sono stati usati per volare sopra degli uliveti allo scopo di valutare dall’alto la consistenza delle chiome degli alberi, le condizioni del terreno e i fabbisogni delle colture, tutte attività previste nel progetto OliveMatrix (di cui vi abbiamo già parlato qui), che è sostenuto Coldiretti, PugliaOlive, Impresa Verde Puglia, CREA, Cetma, Exprivia, Uniba e Unifg.

Il progetto, focalizzandosi su sistemi olivicoli di grandi dimensioni, ha individuato 5 campi pilota caratterizzati da una superficie media compresa tra 14,54 e 16,35 ettari e presenza di pratica irrigua regolare. Su questi campi i droni monitoreranno lo stato di salute delle piante e del terreno per programmare piani di gestione fitosanitaria e irrigazione, permettendo di risparmiare notevoli risorse nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio. Di seguito due video girati ieri nei campi della zona di Andria in occasione della dimostrazione:

Ma i droni non sono gli unici protagonisti di questa “rivoluzione digitale nelle campagne”, portata avanti soprattutto dalle nuove generazioni (secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga il 31% delle imprese agricole giovanili applica oggi tecniche di agricoltura di precisione), perché al loro fianco compaiono anche avanzati software di analisi, robot e trappole smart, una schiera di dispositivi connessi all’IoT che lavorano efficacemente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, difendersi dagli attacchi di virus e insetti alieni, salvare l’ambiente risparmiando risorse e aumentare la produttività dei campi.

Al momento queste innovazioni tecnologiche e digitali coinvolgono in Italia più di 500mila ettari, una superficie che rappresenta solo tra il 3% e il 4% del totale e che, nonostante il trend in crescita, sconta non solo una inevitabile resistenza culturale degli imprenditori che continuano a preferire un approccio basato su sistemi più tradizionali, ma purtroppo anche la diffusa arretratezza dell’infrastruttura tecnologica di base necessaria per utilizzare le nuove tecniche, visto che solo il 32% delle famiglie che vivono in campagna dispone di una connessione adeguata.

“Un gap insopportabile che penalizza le imprese agricole e che va superato per poter utilizzare al meglio nelle campagne tutto il potenziale delle nuove tecnologie” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “vogliamo invece portare lo sviluppo tecnologico a tutte le aziende anche tramite il fondo da 225 milioni di euro inserito nella legge di Bilancio grazie all’impegno del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e che potrà essere sfruttato per voucher all’innovazione”.

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