Droni Militari: Air Force USA impiega il riconoscimento facciale

Non solo l’uso dei droni è sempre più diffuso nel campo militare, ma inevitabilmente questi velivoli diventano sempre più performanti e capaci di nuove cose. Tra le ultime e più rilevanti innovazioni in questo contesto troviamo una nuova funzione di riconoscimento facciale che, secondo un articolo di Newscientist.com, è in uso su alcuni droni dell’Air Force americana.

La rivista ha recentemente scoperto un contratto tra il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e RealNetworks, una piccola azienda di Seattle che vende una piattaforma chiamata “Secure Accurate Facial Recognition” (in sigla “SAFR”). Nel contratto si evince come il Governo USA stia utilizzando droni da ricognizione e sorveglianza dotati di riconoscimento facciale impiegati come supporto nelle operazioni speciali. Come viene sottolineato nella fonte, i droni che utilizzano questi sistemi non sono i “classici” droni armati come il Predator e il Reaper, bensì droni di taglia più piccola, non armati, che svolgono missioni di intelligence.

Peccato che, trattandosi di “operazioni speciali”, una classificazione che finisce per includere anche le attività clandestine e letali, è chiaro che, al di là di qualunque rassicurazione ufficiale, la messa in campo di un robot aereo alimentato dall’IA e dotato di tecnologia di riconoscimento e registrazione facciale significa che le squadre degli Stati Uniti hanno ora un nuovo potente strumento per compiere le loro attività non dichiarate.

E se una notizia del genere certo non suona in modo così rivoluzionario, ormai abituati a una realtà che rasenta e in alcuni casi supera le tecnologie e le relative conseguenze che tanti film di fantascienza avevano immaginato tra tanto clamore negli anni passati, purtroppo c’è comunque da registrare l’ennesima preoccupante conferma che anche sul piano degli armamenti i droni si fanno, in tutto il mondo, sempre più performanti, precisi ed inevitabilmente anche letali.

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