Se negli ultimi anni il nostro focus sui regolamenti dei droni è stato sempre incentrato sulla complessa evoluzione della normativa EASA e di conseguenza in Italia, salvo delle veloci panoramiche sulle novità provenienti dagli USA e al limite dal Giappone, ora di colpo vale la pena volgere lo sguardo alla Cina, perché proprio in questi giorni sono state annunciate nuove norme per regolare il volo dei droni civili.
Come riporta il sito ChinaDaily – queste nuove misure, riassunte nel “Regolamento provvisorio sulla gestione del volo degli aeromobili civili senza pilota” che è stato emanato mercoledì scorso dal Consiglio di Stato e dalla Commissione militare centrale, entreranno in vigore a partire dal primo gennaio del prossimo anno, e avranno l’effetto di limitare fortemente l’uso di droni, soprattutto quelli di produzione straniera, sul territorio cinese, rafforzando il controllo sullo spazio aereo allo scopo di migliorare la sicurezza e tutelare la sovranità nazionale.
E infatti vale la pena notare che, secondo i documenti citati dalla fonte, le nuove regolamentazioni vietano l’uso di droni per “raccogliere e divulgare segreti di stato o trasferire illegalmente informazioni all’estero dalla Cina continentale”. Appare quindi evidente che ci troviamo di fronte all’altra faccia della medaglia rispetto a quanto da anni riportiamo sul conto della battaglia che il Governo USA sta facendo da anni nei confronti dell’uso dei droni cinesi, per ora soprattutto a livello di agenzie governative (una questione che di recente ha chiamato in ballo addirittura la FAA).
Se da un lato le nuove regole semplificano le procedure di approvazione per i voli dei droni, migliorano i meccanismi di supervisione e risposta di emergenza e stabiliscono “zone d volo consentite”, rispetto a quanto accade da noi dovranno essere registrati anche i piloti che volano con droni dal peso inferiore ai 250 grammi, con multe fino a 20.000 yuan (circa 2800 dollari USA) per chi non è in regola.
Ma la preoccupazione principale di Pechino, che ha in programma di creare una piattaforma di monitoraggio nazionale per i droni al fine di conservare i dettagli riguardanti le specifiche, la produzione e l’uso dei droni all’interno del proprio territorio, resta quella di proteggere i dati e le informazioni sensibili dallo spionaggio o dalla divulgazione illegale.
E infatti le nuove regolamentazioni proibiscono severamente l’uso di droni per operazioni di sorveglianza all’interno del territorio cinese da parte di non cittadini e di droni fabbricati all’estero: il sito del South China Morning Post conferma infatti il divieto, per le persone, “di utilizzare i dispositivi per scattare foto o video di installazioni industriali militari o di difesa o strutture segrete. I droni non possono essere utilizzati per raccogliere e pubblicare segreti di stato o trasferire illegalmente informazioni al di fuori della Cina continentale”. In questo caso le violazioni potrebbero essere punite addirittura con l’espulsione.




