Nato nell’ormai lontanissimo 2013, proprio quando anche DronEzine muoveva i suoi primi passi, Il Phantom è stato il drone che ha di fatto creato i droni così come li conosciamo oggi. E oggi la sua storia finisce, DJI lo manda definitivamente in pensione e dal 15 luglio è cessato il supporto del drone che la ha resa una potenza mondiale.
Anche se DJI non si occuperà più di richieste di prodotti, supporto tecnico e manutenzione del drone Phantom 4, vale la pena ricordare che i centri di assistenza indipendenti potrebbero essere ancora in grado di eseguire almeno le riparazioni.
Classicissimo nella sua architettura a quadricottero, nato quando i bracci mobili erano ancora da inventare per i piccoli droni consumer, ma abbastanza compatto da non dare grossi problemi nel trasporto, fin da subito è stato un successo planetario, l’icona stessa dei droni. Immediatamente riconoscibile, pulito nelle linee, amato per l’incredibile facilità d’uso e per la qualità delle sue immagini e dei suoi video, l’obiettivo principale del DJI Phantom era quello di rendere accessibile la fotografia aerea e la videografia agli utenti non professionisti, aprendo nuove opportunità creative. Un obiettivo pienamente raggiunto. E il Phantom è stato utilizzato e amato da moltissimi fotografi di fama internazionale, per citarne solo alcuni tra i tantissimi ricordiamo Vincent Laforet, vincitore del premio Pulitzer nel 2002, Elia Locardi che ha lasciato il mondo a bocca aperta con le sue riprese dal drone della la corsa in bicicletta Tour of the Dragon in Buthan, Chase Jarvis, Ceo di CreativeLife e Benjamin Von Wong, attivista ambientale e artista di fama mondiale noto soprattutto per le sue sue installazioni artistiche ambientali e lo stile epico e iperrealista.
Quando Phantom scacciò GoPro dal cielo
Il Phantom è stato il primo drone con cui DJI ha deciso di rompere con GoPro, integrando una telecamera nei suoi droni, tagliando i ponti con il produttore californiano: DJI Phantom FC40, rilasciato nel 2013 come upgrade del DJI Phantom originale, è stato il primo DJI con telecamera integrata, mentre prima i droni non avevano camera e dovevano essere equipaggiati con una action cam, il più delle volte GoPro. A partire dal Phantom 4, la telecamera integrata è rimasta l’unica opzione possibile, una scelta che ha fatto scalpore e di fatto ha tagliato fuori GoPro dal settore delle fotografia aerea, nonostante il goffo tentativo dell’azienda californiana di rientrarci con il disastroso GoPro Karma, un drone che si è rivelato da subito un clamoroso flop, ritirato velocemente dal mercato per la sua tendenza a precipitare a causa di un problematico collegamento della batteria.
La piattaforma su cui sono nati i droni moderni
Sempre Phantom ha introdotto sui droni consumer novità per l’epoca strabilianti, come il sistema di posizionamento visivo per il volo stabile in interni, la telecamera 4K per video ad alta definizione e il sistema di evitamento degli ostacoli per una maggiore sicurezza di volo, presto diventato uno standard per tutti i competitor. E guai a chi non seguiva i diktat di ShenZen: ne sa qualcosa la francese Parrot, che decise di snobbare l’evitamento degli ostacoli con uno sprezzante “il pilota deve prendersi le sue responsabilità, non vogliamo più vedere droni sbattere contro l’albero di Natale appena tolti dalla scatola”. Ma in realtà il Natale successivo non vide mai droni Parrot sotto l’albero, visto che l’azienda francese fu costretta a lasciare il mercato consumer per dedicarsi solo al settore professionale e militare, impossibilitata com’era a competere con il Phantom.
Un piccolo eroe volante
Diverse persone sono state salvate o per lo meno tirate fuori da seri guai dl Phantom: Nel 2017, un surfista è stato salvato al largo della costa australiana grazie a un drone DJI Phantom 4 che gli ha portato un salvagente, permettendogli di resistere fino all’arrivo dei soccorsi. Inoltre i Phantom 4 hanno svolto moltissime missioni di ricerca e soccorso di dispersi, altri sono stati utilizzati per l’ispezione di zone pericolose o di difficile accesso, come siti industriali, impianti chimici o strutture danneggiate e in generale nel monitoraggio ambientale.
Il declino e la fine
Tre anni dopo il Phantom, correva l’anno 2016, la DJI ha introdotto un drone ancora più avanzato, il DJI Mavic Pro, che ha iniziato a superare il Phantom in termini di funzionalità e portabilità. Il Mavic Pro era più piccolo, leggero, molto più pratico grazie ai bracci pieghevoli (una novità che fece scalpore nei piccoli droni, mentre era estremamente comune in quelli grandi, che altrimenti avrebbero richiesto un furgone per arrivare al campo) e dotato di caratteristiche avanzate come la stabilizzazione a tre assi della fotocamera e il sistema di tracciamento automatico del soggetto. Questo ha portato alla graduale scomparsa del Phantom dalla gamma di prodotti DJI, per ora resiste ancora il Phantom 4 Pro V2, rilasciato nel 2018, mentre il supporto del Phantom 4 Pro Obsidian è terminato il primo luglio scorso.




