Calabria: arrestato il piromane beccato dal drone due settimane fa

Ne avevamo dato notizia qualche tempo fa, quando sul finire di luglio un drone della Regione Calabria, impiegato per la sorveglianza attiva contro gli incendi nell’ambito del progetto “tolleranza zero”, aveva ripreso un piromane intento ad appiccare il fuoco in un canneto. Nella circostanza l’uomo, accortosi del velivolo sopra di lui, aveva anche provato invano ad abbatterlo, lanciandogli contro delle pietre, prima di fuggire a bordo del suo veicolo.

A distanza di poco più di due settimane, come riporta Repubblica.it, i Carabinieri della stazione di Curinga, in provincia di Catanzaro, hanno proceduto all’arresto dell’uomo, ritenuto responsabile di aver innescato tre diversi incendi alla base di un canneto in località Scarcio, nel pressi del comune di Curinga.

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Insomma, nella lotta agli incendi i droni dimostrano di essere terribilmente utili, e d’altro canto le misure che il Governo intende varare in quest’ambito sono sempre più severe, visto che nell’ultimo Consiglio dei Ministri è stata aumentata la pena minima prevista sia per l’incendio doloso, passata da 4 anni a 6 anni di reclusione, sia per quello colposo, addirittura raddoppiata da 1 a 2 anni. Non solo, perché nell’ottica di porre una quota di responsabilità sempre più importante anche ai privati, tra le aggravanti compare ora un aumento della pena da un terzo e fino alla metà del tempo di quella prevista per chi ha commesso il fatto “con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi o al fine di trarne profitto per sé o per altri”.

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