Fauna Marina: Droni aiutano a trovare i Dugonghi

Affini ai lamantini e colloquialmente noti come “mucche di mare”, i dugonghi sono mammiferi marini classificati come vulnerabili e vivono di alghe, di cui un esemplare adulto può nutrirsi fino a 38 chilogrammi al giorno.

Dal momento che le alghe crescono rigogliose nelle aree dove i fondali sono poco profondi e la luce del sole riesce ad arrivare, quindi ad esempio l’Australia rappresenterebbe un ambiente ideale per loro. Purtroppo, però, i cambiamenti che investono l’habitat marino, stritolato da un lato dallo sviluppo costiero e dell’altro dall’inquinamento, ha inferto un duro colpo alle aree storicamente abitate dai dugonghi, e pratiche di pesca dannose come l’uso di reti a strascico hanno decimato le già vulnerabili popolazioni esistenti.

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di Bazaruto, in Mozambico, rappresenta invece una delle ultime roccaforti per questi animali, ospitando fino a 300 esemplari. Ed è proprio qui, come racconta come spiega la biologa marina Danna Staaf su Smithsoniam Magazine che è stata scritto un nuovo capitolo nella ricerca e conservazione dei dugonghi, grazie all’adozione di mezzi e sistemi innovativi.

Damboia Cossa, ricercatrice mozambicana presso l’Università di Gothenburg, ha infatti messo a punto un sistema alternativo ed ingegnoso per provare a monitorare la popolazione di dugonghi, un compito che con i metodi tradizionali è da sempre molto difficile, al pari delle altre specie animali.

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Cossa ha pensato di ricorrere all’uso dei droni per svolgere un’indagine innovativa: invece di pattugliare le acque in cerca dei dugonghi stessi, difficili da avvistare, ha mirato direttamente alle tracce dei loro pasti fra le alghe. Attraverso 12 voli svolti con droni su periodi di sei mesi, approfittando della bassa marea per cogliere al meglio le tracce del passaggio dei mammiferi, sono state raccolte migliaia di immagini che sono poi state in pasto ad un programma di machine learning appositamente addestrato. Nello studio pubblicato su Marine Ecology Progress Series, si evidenzia come questo sistema abbia rivelato la presenza assidua di dugonghi, sebbene il loro numero non possa essere stimato in base a un metodo affidabile. In base alle analisi, Cossa ha però stimato approssimativamente la presenza di almeno 10 se non addirittura 20 individui nella Baia di Maputo.

Anche se in questo caso i droni sono stati usati nell’ambito di una ricerca indiretta, in molti altri casi si sono rivelati determinanti per scoprire e tracciare direttamente gli animali, come quando in Florida vennero impiegati per trovare i pitoni birmani che infestavano le Everglades.

Grazie anche al contributo dei droni, le azioni future mireranno a un’applicazione più precisa di questi dati nella gestione della pesca, per minimizzare gli incontri fra le reti e i nostri pacifici ‘cugini’ marini. La ricercatrice è determinata a condividere i risultati per infondere coscienza nella comunità e promuovere tecniche di pesca compatibili con la salvaguardia dei dugonghi.

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