Come capire D-Flight (e perché parla in modo così strano)

immagine di zgTanti piloti di droni  hanno difficoltà a capire le note D-Flight, specialmente quando indicano una quota precisa, per esempio 60 metri. Ecco quindi come capire al volo D-Flight e anche perché parla in modo così strano. Rispondiamo quindi alla domanda “Ma alla fine, ci posso volare o no?

Partiamo da una situazione tipica, una zona aeroportuale dove, come dice D-Flight, “La zona geografica è definita a partire da un’altezza minima di 60 metri dal suolo“. E poi prosegue avvisando che nella Zona Geografica  i droni in Open non possono volare. In effetti il messaggio è chiarissimo, ma in tanti si perdono proprio per quella dicitura strana, definita a partire da un’altezza minima di 60 metri dal suolo.

In realtà il messaggio è elementare: In Open puoi volare fino a 60 metri, visto che la zona geografica comincia a partire da 60 metri e sotto i 60 metri non c’è nessuna zona geografica. Invece sopra i 60 metri comincia la zona geografica e puoi volare solo in Specific o certified.

 

L’apparente complicazione nasce dal fatto che la lingua di D-Flight è la lingua aeronautica, e le sue note derivano dai bollettini  NOTAM che sono scritti così, in modo sintetico e per acronimi, ma D-Flight si esprime con la stessa struttura logica e lessicale, anche quando parla in chiaro.

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Molti vedono in queste comunicazioni una certa dose di ambiguità, ma in realtà L’ambiguità ci sarebbe se i messaggi D-Flight  NON fossero scritti così. D-Flight fornisce la BASE ella zona geo, quindi per definizione il suo limite inferiore. E questa informazione serve anche agli aerei in avvicinamento per sapere che sotto i 60 metri possono esserci droni, e deve essere scritto in modo che i piloti possano capirò diciamo… “Al volo” ☺️

L’informazione viaggia nei due sensi, piloti di droni e di aerei, e il linguaggio deve essere comune. Per questo ai piloti in Specific è richiesto obbligatoriamente un corso sulle comunicazioni aeronautiche. La difficoltà di comprensione di tanti piloti di droni deriva dalla diversa prospettiva tra aerei e droni: per noi che con i nostri droni SALIAMO a 60 metri il limite è un soffitto, per gli aerei che SCENDONO a 60 metri il limite è un pavimento. Solo una questione di punti di vista: a partire da un’altezza minima di 60 metri dal suolo avvisa i piloti di aerei che sotto i 60 metri potrebbero incontrare droni, e quindi devono stare a una altezza MINIMA di 60 metri,  e contemporaneamente avvisa noi dronisti che sopra i 60 metri potrebbero esserci aerei e quindi dobbiamo stare a una altezza MASSIMA di 60 metri.

Ne risulta un messaggio scritto dal punto di vista dei piloti di aerei? Ok, è vero, ma è ovvio che sia così, è questo lo standard di comunicazione in aeronautica. Una volta compresa la struttura logica del messaggio, diventa subito chiaro e per nulla ambiguo: certo che puoi volare, stando SOTTO la zona geografica e quindi un questo caso SOTTO i 60 metri. Anche in Open. Sotto i 60 metri NON c’è la zona geografica. Immaginatela come una nuvola che parte da 60 metri e arriva alla stratosfera: è imponente e altissima. Ma sotto non c’è.
E puoi volarci tranquillamente.

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