Droni, IA e genetica: l’agricoltura nella Franciacorta punta forte sulla Green Technology

La Franciacorta, zona collinare situata nel cuore della Lombardia e nota per l’omonima denominazione vinicola, è da anni in prima linea nel campo dell’innovazione tecnologica in agricoltura, un contesto nel quale i droni hanno assunto negli anni un ruolo ormai di primissimo piano.

Grazie all’impulso innovativo impresso dal Consorzio Franciacorta, infatti, oggi le migliaia di ettari di vigneti che si estendono tra Brescia e il lago d’Iseo sono e saranno sempre più protagonisti di metodologie agricole sostenibili e d’avanguardia, frutto di un costante lavoro di ricerca e sviluppo volto a preservare l’eredità e la qualità degli spumanti prodotti dalle uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. I progetti più significativi sotto questo punto di vista comprendono l’uso dell’intelligenza artificiale e del telerilevamento per monitorare le coltivazioni, nonché approcci all’avanguardia per il miglioramento genetico delle piante e la valorizzazione degli scarti industriali.

Il progetto Biovit-IA, guidato dall’Agrofood Research Hub dell’Università degli Studi di Brescia, mira ad esempio a decifrare l’ecosistema dei vigneti della Franciacorta, sfruttando droni equipaggiati con tecnologia IA. L’obiettivo è quello di ottenere una mappatura dettagliata della biodiversità della regione.

Parlando delle applicazioni più promettenti di questa tecnologia, Mario Falcetti, direttore ed enologo di Quadra e responsabile dell’R&D del Consorzio Franciacorta, spiega in questo articolo su Wired che “Insieme alla Statale di Milano stiamo realizzando un modello predittivo sul fabbisogno idrico dell’intera area nei prossimi trent’anni”.

Tra i vari progetti, spicca anche “Silkrop“, nato da un’associazione tra l’Università di Milano e la Supsi, che esplora i potenziali usi agricoli della sericina, un prodotto di scarto dell’industria serica, nel contrastare lo stress idrico e termico delle piante.

Un’altra iniziativa degna di nota è il progetto “Biochar“, collaborazione tra la Fondazione Minoprio e l’Università di Milano, volto a esplorare i benefici di questo materiale su suolo e piante. Il biochar, una forma di carbone vegetale, promette di migliorare la fertilità del suolo e, di conseguenza, la produttività agricola grazie alla sua capacità di trattenere acqua e nutrienti.

Il lavoro di miglioramento genetico condotto in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach punta a dare vita a varietà di vite intrinsecamente più resistenti ai cambiamenti climatici, un processo che promette di rivelarsi cruciale per il futuro dell’enologia.

Infine, il progetto Agritech del Pnrr Spoke3 si focalizza sullo sviluppo di un sistema di monitoraggio avanzato che utilizza sensori per ottimizzare l’irrigazione, rendendola più efficiente e meno dispendiosa in termini di risorse idriche.

L’attitudine del Franciacorta è un ulteriore esempio di come la preservazione delle eccellenze italiane in campo agricolo e la loro sostenibilità produttiva passi sempre di più attraverso nuove tecniche e nuovi strumenti, tra i quali spiccano sempre di più i droni.

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