Negli USA, e più precisamente nei dintorni della città di Carlsbad in New Mexico, si trova il Waste Isolation Pilot Plant, un impianto dedicato alla reclusione di rifiuti nucleari tramite seppellimento in profonde caverne di sale. Si tratta del terzo deposito geologico profondo del mondo concesso in licenza per conservare rifiuti transuranici per 10.000 anni (potete approfondire qui su Wikipedia), un luogo che richiede continue analisi e monitoraggio volti ad assicurare che tutto funzioni correttamente, un compito per il quale ora gli scienziati potranno contare sui droni.
Saranno proprio questi velivoli, equipaggiati con telecamere e sistemi LiDAR (Light Detection and Ranging), a scendere in avanscoperta nelle profondità dei depositi, in zone che finora erano sempre state ritenute inaccessibili. Saranno loro gli occhi delle squadre di controllo, assicurandosi che ogni area sia sicura prima di permettere l’accesso ai lavoratori. Il progetto, nato dalla collaborazione tra i laboratori nazionali di Sandia e Los Alamos, mira ad elevare gli standard di sicurezza dell’impianto, esplorando i cosiddetti “drift” (passaggi sotterranei destinati all’esalazione dell’aria) attraverso sistemi aerei senza pilota (UAS).
Questa iniziativa si inserisce in un contesto di gestione dei rifiuti transuranici (TRU), i quali vengono trasportati all’impianto da varie strutture nucleari federali dello Stato, per essere definitivamente isolati in depositi salini posti a circa 600 metri sotto terra. L’adozione di tecnologie come questa non solo garantisce un ambiente di lavoro più sicuro per gli addetti ai lavori ma supporta anche le decisioni future relative alla gestione dello spazio necessario all’ampliamento dell’impianto.
In questo articolo sul sito Aol.com, Mark Bollinger, manager dell’Ufficio di Campo di Carlsbad del Dipartimento dell’Energia, ha evidenziato come l’impiego di queste tecnologie testimoni l’impegno nell’assicurare un ambiente sicuro e protetto per il personale che opera negli spazi sotterranei dell’impianto. La fiducia nel valore aggiunto offerto da questi studi è palpabile, rafforzata dalla convinzione che le informazioni acquisite permetteranno di prendere decisioni informate e puntuali per il futuro.
Il percorso di ricerca e sviluppo di questa iniziativa include la collaborazione con i contractor primari dell’impianto, la Salado Isolation Mining Contractors (SIMCO), il CBFO e l’Ufficio delle Operazioni Tecnologiche all’interno dell’Ufficio Gestione Ambientale (EM) del DOE. L’obiettivo è l’ampliamento dello spazio disponibile per lo smaltimento dei rifiuti, in linea con l’approvazione da parte del Dipartimento dell’Ambiente del New Mexico per la realizzazione di ulteriori pannelli di smaltimento. Nonostante l’incidente radiologico accidentale del 2014, che ha compromesso parte dello spazio disponibile, l’impianto si prepara ad accogliere il trasferimento dei rifiuti nell’ottavo e ultimo pannello predisposto, avviato a dicembre 2022, con l’obiettivo di colmare ogni spazio entro i prossimi 2,5 – 3 anni.
In questo quadro in continua evoluzione, la relazione del Government Accountability Office del 2022 suggerisce la necessità di ampliare ulteriormente l’impianto per evitare interruzioni nelle operazioni di smaltimento, sottolineando l’esigenza di trovare nuove soluzioni per far fronte alla crescente quantità di rifiuti nucleari. Nonostante ciò, le prospettive per il futuro sono incoraggianti, come confermato da Rod Rimando, direttore ad interim dell’Ufficio delle Operazioni Tecnologiche EM, secondo cui l’utilizzo dei droni rappresenta una svolta significativa per la sicurezza e l’efficienza delle operazioni sotterranee della Waste Isolation Pilot Plant.




