Droni Illegali sulle Carceri italiane: due successi per le autorità (e forse qualcosa sta cambiando)

Negli ultimi giorni la Polizia Penitenziaria di diversi istituti italiani ha messo a segno una serie di operazioni accomunate dallo stesso denominatore: i droni illegali.

Di recente infatti sono stati intercettati e/o abbattuti dei droni utilizzati per portare merce di contrabbando all’interno delle carceri di Foggia e Taranto.

Il caso di Foggia

Come riporta questo articolo su Foggia Today, “l’intervento, avvenuto nella serata del 10 marzo 2025, è stato reso possibile grazie alla prontezza degli agenti, che sono riusciti a intercettare il velivolo mentre sorvolava gli spazi detentivi e a recuperarne il carico. Una squadra di operatori è intervenuta immediatamente sul posto, rinvenendo un involucro agganciato al drone contenente circa 500 grammi di sostanze stupefacenti, tra hashish e cocaina, oltre a schede SIM e altri oggetti proibiti. Il materiale sequestrato è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso”.

Il drone è stato abbattuto utilizzando un fucile jammer, il che dimostra l’utilità dei nuovi strumenti tecnologici di cui evidentemente ora la polizia penitenziaria inizia a disporre.

Il caso di Taranto

Stando a questo articolo su Ansa.it, invece, gli agenti dell’istituto di Taranto si sono insospettiti notando dei movimenti intorno alla struttura e così hanno allertato la Questura. La squadra mobile ha effettuato dei controlli nella zone e, tra la folta vegetazione a poche centinaia di metri dal perimetro del carcere, ha “recuperato e sequestrato un drone di medie dimensioni al quale era stato legato con una lenza un piccolo pacchetto di plastica con all’interno quattro panetti di hashish per un peso complessivo di circa cento grammi, tre dosi preconfezionate di marijuana e un piccolo involucro con quattro grammi circa di cocaina. Scoperto anche un smartphone completo di auricolari e scheda sim”.

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Un confronto sempre più ad “armi pari”

Come sappiamo da anni, quello dei droni utilizzati come mezzi moderni per tentare di introdurre smartphone, droga e altre merci non consentite all’interno degli istituti penitenziari, è un fenomeno abbastanza diffuso e in crescita, che gli agenti deputati al controllo e alla sicurezza delle carceri ha sempre fatto molta fatica ad arginare.

Come abbiamo raccontato spesso nei nostri articoli sui droni illegali usati nelle carceri, di tanto in tanto negli ultimi anni qualche consegna è andata male, mentre altre volte gli agenti hanno mandato all’aria il piano di consegna individuando i piloti dei droni a poca distanza dal perimetro delle relative strutture, ma in alcuni casi gli indizi dei delivery criminali, almeno di quelli andati a buon fine ma non abbastanza perfetti da non lasciare tracce, sono stati scoperti solo a posteriori.

Lo stesso Sappe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, ha denunciato più volte la mancanza di risorse necessarie per equilibrare il confronto tecnologico con i criminali.

Gli ultimi casi di Taranto, Trani e Foggia, invece, segnano degli importanti successi per le autorità e dei brutti colpi per la criminalità organizzata, e forse testimoniano anche una possibile inversione di tendenza dei risultati nel contrasto a questo genere di attività.

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