Droni DJI: coi Dazi di Trump negli USA volano soprattutto i Prezzi

Tempi duri per i piloti americani che pensavano di acquistare un nuovo drone DJI in questo 2025. Sì, perché ovviamente i diversi round di dazi imposti dal presidente Trump ai prodotti di importazione, soprattutto a quelli provenienti dalla Cina, hanno portato ad un netto aumento dei costi su moltissimi prodotti, droni inclusi.

Sebbene nell’attuale e incerto scenario di continua rinegoziazione dei dazi, sia in relazione a singoli Paesi o a precise categorie merceologiche, una delle mosse recenti di Trump abbia “salvato” dall’aumento del 125% alcuni prodotti hi-tech come smartphone, laptop e semiconduttori, i droni non hanno beneficiato di questo trattamento, col risultato che i prezzi, artificialmente gonfiati per un effetto cumulativo del 170%, sono pronti a schizzare verso l’alto. In questa situazione, secondo Dronexl.co, la spesa per un DJI Mavic 3 Pro potrebbe passare da 2199 a 4750 dollari americani.

Un vero e proprio salasso per tutto il settore, un ulteriore peggioramento delle prospettive per i professionisti e gli hobbisti americani che già da anni hanno imparato a fare i conti con il costante sforzo del governo USA finalizzato a sfavorire il business delle aziende estere, soprattutto cinesi, nel mercato interno, con misure senza esclusioni di colpi e che mirano a introdurre un ban sempre più assoluto nei confronti dei relativi prodotti.

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Da notare, infatti, che già nel corso del primo mandato di Trump, e più precisamente nel settembre 2018, furono imposti dazi del 25% su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi, anche in quel caso droni inclusi, e che questa misura rimase a tutti gli effetti in vigore anche durante la presidenza Biden.

Le motivazioni ufficiali di queste pressioni hanno sempre chiamato in causa ragioni di sicurezza nazionale, visto che il braccio di ferro tra le due economie al momento più potenti del pianeta, specie nel settore tech, si pratica anche a colpi di accuse di spionaggio internazionale. Al di là delle dichiarazioni ufficiali che danni sbandierano sui giornali vari portavoce del governo, però, è impossibile non notare quanto queste dinamiche mirino disperatamente a tentare di salvare il sempre meno solido settore produttivo americano, proprio come vogliono fare i dazi.

In uno scenario vulcanico e in costante evoluzione come quello che tutto il mondo sta registrando da inizio mese, è impossibile non mettere in conto che, in assenza di un completo (ma al momento improbabile) dietro-front di Trump, sul piano economico (e non solo) ci troviamo tutti catapultati in un contesto di profonda incertezza che potrebbe ridefinire gli equilibri nei rapporti di forza tra le principali potenze economiche mondiali, una possibilità che inevitabilmente avrà ripercussioni anche per noi europei sul costo non solo dei droni, ma anche di moltissimi altri prodotti.

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