Recensione DJI Mavic 4 Pro

Potremmo lanciare un nuovo claim pubblicitario: “DJI non si ferma mai!”. E in effetti da Shenzen, nel cuore della Cina tecnologica, nuovi prodotti e nuovi droni non sono forse all’ordine del giorno, ma sicuramente del bimestre.

Il 13 maggio 2025 è stato presentato il drone DJI Mavic 4 Pro, ovvero l’evoluzione del suo predecessore Mavic 3, con ulteriori feature. Questo drone tra l’altro viene venduto anche in una versione con un nuovo controller che si chiama DJI RC PRO 2, anch’esso una evoluzione del precedente. Insomma tante novità che sicuramente faranno piacere ai professionisti del settore. Non che gli hobbysti non possano apprezzare questo oggetto, ma, per questioni economiche, probabilmente sceglieranno altri oggetti di casa DJI.

Volendo “spoilerare” (quanto odiamo questo termine), o meglio volendo anticipare alcune caratteristiche tecniche di rilievo, possiamo affermare che il gimbal infinity con rotazione a 360° è certamente una novità di punta. Che dire poi del nuovo posizionamento del sensori per l’evitamento degli ostacoli o del sistema Lidar (TOF a infrarossi) posizionato anteriormente su un braccio del drone?

Potremmo continuare facilmente, considerando che il Mavic 4 Pro ha un avanzato sistema a tripla fotocamera con lunghezze focali di 28 mm, 70 mm e 168 mm. Ciò gli consente di catturare dagli ampi paesaggi grandangolari ai dettagliati primi piani con teleobiettivo. Tutte e tre le fotocamere vantano doppia ISO nativa, che fonde senza soluzione di continuità i benefici delle impostazioni ISO alte e basse, e la sovrapposizione di fino a 5 fotogrammi RAW.

Nella modalità video, invece, il Mavic 4 Pro raggiunge la risoluzione di 6k sino a 60 fps, e ci sono anche altre novità, ma entriamo nel dettaglio della recensione e lo scopriremo insieme.

Mavic 4 Pro Unboxing e prime impressioni

Il Mavic 4 Pro da noi testato è la versione Combo Fly More con controller DJI RC 2 (in seguito ci è stato consegnato per il test anche il nuovo radiocomando RC PRO 2, ma ne parleremo dopo e in una recensione dedicata). Completo quindi di una borsa di trasporto di grandi dimensioni, di una basetta aggiuntiva per la carica multipla di batterie e di una confezione con 6 eliche di ricambio, a cui aggiungere una serie davvero completa di cavi adatti alle prese elettriche di tutto il mondo.

immagine di confezione e borsa w PXL 20250410
Confezione e borsa
immagine di copri gimbal chiusura
Nuovo proteggi gimbal e fotocamere

Il proteggi gimbal è molto diverso dalle precedenti versioni, anche rispetto a quello del Mavic 3, visto che lo stabilizzatore e le 3 fotocamere incorporate sono di maggiori dimensioni e inoltre il comparto video-fotocamera è rotondo. Insomma, la speciale “museruola“, come ci piace chiamarlo in tono scherzoso e amichevole, svolge egregiamente il proprio lavoro, mantenendo in posizione e ben saldo durante il trasporto sia il gimbal, sia il drone, sia le eliche.

Marcatura Open C2

Appena sollevato e dopo aver tolto con attenzione l’imbragatura, che onestamente è ancora più semplice di quella del Mavic 3, ci si rende conto che il drone pesa abbastanza, purtroppo un valore superiore ai 900 grammi. Tale drone, grazie alla marcatura di classe Open C2, potrà essere pilotato solo da coloro che sono in possesso di un attestato A2, per usarlo un ambito urbano e vicino alle persone.

immagine di 83 decibel
Rumore prodotto dal drone limitato a 83 db

La versione che abbiamo è un prodotto ufficiale destinato alla vendita e riportava  correttamente  sullo chassis del drone il riferimento alla classe C2 con il numero di decibel (83db).

Fotocamera e videocamera

Un’altra grande differenza che salta subito all’occhio, rispetto alla precedente versione di Mavic 3 Pro, è il comparto video/fotografico, che include ben 3 fotocamere con relativi obiettivi incorporati in un gimbal rotondo. La camera principale, è marcata Hasselblad e vanta un sensore 4/3, quindi maggiore di 1 pollice, che arriva a 100 MPx e supporta la rinomata Hasselblad Natural Color Solution (HNCS) per un’eccezionale fedeltà cromatica.

L’apertura del diaframma varia da da f/2,0 a f/11. La fotocamera esegue scatti in formato RAW a 12 bit con una gamma dinamica nativa fino a 12,8 stop. Inoltre grazie al sistema HNCS (Hasselblad Natural Color Solution) vengono riprodotti  con precisione i colori percepiti dall’occhio umano, con il risultato che le foto e i video richiederanno un minor numero di ore in post-produzione.

immagine di fotocamera hasselblad

Riportiamo qui di seguito le caratteristiche tecniche dal sito del produttore:

Fotocamera grandangolare Hasselblad
CMOS da 4/3, pixel effettivi: 20 MP
FOV: 84°
Formato equivalente 24 mm
Apertura: f/2.8-f/11
Distanza di messa a fuoco: 1 m a ∞
Teleobiettivo medio
CMOS da 1/1.3”, pixel effettivi: 48 MP
FOV: 35°
Formato equivalente 70 mm
Apertura: f/2.8
Distanza di messa a fuoco: 3 m a ∞
Teleobiettivo

CMOS da 1/1,5”, pixel effettivi: 50 MP
FOV: 15°
Formato equivalente: 166 mm
Apertura: f/2,8
Messa a fuoco: da 3 m a ∞

 

immagine di camera drone casa w IMG 0974

Aggiungiamo poi che tutte e tre le fotocamere supportano la registrazione video HDR 4K/60fps, la fotocamera principale Hasselblad va oltre, offrendo video HDR 6K/60fps e un’impressionante gamma dinamica fino a circa 16 stop.
Le camere con teleobiettivo medio e teleobiettivo offrono gamme dinamiche rispettivamente di 14 stop e 13 stop.
Inoltre tutte e tre le videocamere presentano profili colore 10-bit D-Log, D-Log M e HLG.

Sul comparto fotografico, ricordiamo che abbiamo un sensore da 100 Mpx effettivi, con bracketing automatico e soprattutto diaframma regolabile in apertura da f2,8 a f11. Infine, il formato delle foto restituite comprende il classico jpg compresso, il DNG o RAW.

Non possiamo esimerci dal parlare delle altre due fotocamere: quella con l’obiettivo medio equivalente a un 70 mm e quella con il tele equivalente a un 166 millimetri.

Teleobiettivo medio

Il teleobiettivo medio equivalente al formato 70 mm, con diaframma con apertura di f2,8, è adatto a un’ampia gamma di scenari diversi, dall’inquadratura di edifici a quella di auto durante riprese commerciali. Grazie al suo sensore con CMOS da 1/1.3″ e allo zoom ottico a 3x, è in grado di scattare foto da 48 MP/12 MP, video in 4K/60fps. Interessante usare questa camera con ingrandimenti a 3 x per realizzare alcuni Hyperlapse, comprimendo lo sfondo ed evidenziando il soggetto principale.

Teleobiettivo da 166 mm

Il teleobiettivo del Mavic 4 Pro migliora quello del modello base, arrivando ad essere equivalente al formato 166 mm. Ha un sensore da 50 MP da 1/1,5 pollici e un’ampia apertura del diaframma a f/2,8. Permette di girare video in 4K/60fps con zoom ottico 7x e foto da 12 MP.

Va detto che se si sta effettuando una registrazione video non è possibile cambiare la videocamera in uso. Occorre interrompere la registrazione, cambiare camera e riprendere la clip video. Se invece si attiva preventivamente la funzioneEsplora“, è possibile registrare in sequenza e senza interruzioni; anche se si vedrà una specie di scalino durante il cambio di videocamera.

La funzione Esplora, è comodissima se utilizzata sino a 28x, combinando quindi zoom ottico a quello digitale, per potersi virtualmente avvicinare ad oggetti da ispezionare senza alcun pericolo. O ad esempio, nel voler osservare animali in natura senza spaventarli con il rumore prodotto dal drone.

immagine di particolare fotocamera

Stabilizzatore Infinity 360

Certamente una novità anche per i prodotti DJI, lo stabilizzatore che sostiene le tre telecamere è di forma rotonda, molto simile ai gimbal che solitamente sono montati come payload su elicotteri o droni da ricognizione.

La particolarità esaltata dal produttore asiatico, consiste nella rotazione a 360°. Da nostre prove, ci sono 40° sulla sinistra e altri 360 gradi sulla destra, quindi la rotazione infinity in realtà è limitata a questi gradi e solo nel senso destrorso.
Tuttavia permette di creare interessanti effetti di rotazione, magari combinati con un Mastershots Orbit ed evitare quindi di procedere con questi effetti in post produzione.
immagine di gradi rotazione infinity gimbal

Abbiamo notato una eccessiva lentezza nella rotazione, che per inciso avviene anche ponendo la modalità di ripresa in verticale, ma forse nella versione del firmware pre-lancio non era compresa la possibilità di aumentare questo parametro.
In ogni caso, si tratta di un approccio innovativo applicato ad un drone di questa categoria.

Volo notturno

immagine di volo notturno

Grazie al sensore Lidar anteriore e ai sensori fisheye ad alta sensibilità per il rilevamento degli ostacoli, il volo notturno con il DJI Mavic 4 Pro non solo è permesso dal regolamento grazie ai led di colore rosso e verde sempre accesi, ma si effettua con grande piacere e sicurezza.
Inoltre il doppio ISO nativo su tutte e tre le videocamere, aiuta la restituzione di ottime clip registrate anche in piena notte.

Scarica alcuni video onboard non elaborati

Scarica alcuni video non elaborati registrati dal Mavic 4 Pro. Cliccando su questo link, potrei trovare alcune clip per verificare il bitrate o le modalità HLG, DLG e DLOG-M.

DJI ha anche messo online le LUT specifiche per il Mavic 4 Pro che si possono scaricare da questo link.

Come vola il Mavic 4 Pro
immagine di mavic 4 pro in volo dietro

Abbiamo avuto modo di provare il volo del Mavic 4 Pro, in diverse condizioni meteo. In alcune giornate era presente un vento sostenuto, in altre abbiamo rischiato la pioggia, in altre ancora invece, splendeva un bel sole primaverile.
In tutti i casi, abbiamo riscontrato una stabilità eccellente del DJI Mavic 4 Pro.
E onestamente non abbiamo avuti un benché minimo dubbio su questa performance.

Il volo del drone è molto reattivo e, anche nella modalità standard, ha una discreta velocità. Alcune persone che ci hanno assistito durante le prove, hanno pensato che fosse settato in Sport Mode. A tal proposito, nella modalità sportiva abbiamo raggiunto la velocità massima di oltre 74 Km/h.

Sensori rilevamento ostacoli

immagine di sensori evitamento ostacoli
Sensori anti collisione fish-eye sistemati sulla parte superiore della scocca

 

Sempre in occasione del test, abbiamo provato la modalità Active Track, facendoci inseguire durante un corsetta leggera con qualche scatto a destra e sinistra e il Mavic 4 Pro ci ha sempre seguito senza esitazioni e a debita distanza.
Esperimento eseguito sia con il drone che ci tallonava da dietro, sia lateralmente.

Ricordiamo che possiamo svolgere questa modalità in discreta sicurezza solo per il fatto che il drone DJI Mavic 4 Pro ha i sensori posti superiormente, ma hanno una apertura tipo fisheye e quindi una ottima rilevazione anche laterale. Con UAS o droni senza sensori, invece, occorre sempre ispezionare bene l’ambiente circostante, ma è una buona prassi controllare l’area di volo, anche con droni equipaggiati di sensori per il rilevamento degli ostacoli e soprattutto, mai fidarsi troppo dei sensori, perché potrebbero non vedere ostacoli quali cavi, piccoli rami di alberi o essere accecati dalla luce solare.

immagine di sensore lidar tof
Sensore rilevamento ostacoli Lidar TOF

A proposito di impedimenti, abbiamo testato anche il rilevamento ostacoli, che prevede 3 diverse modalità di uso:

  • Frena: se il drone rileva un intralcio sul suo percorso, si ferma
  • Evitamento: il drone cerca una traiettoria libera e prosegue nella sua direzione
  • Evitamento Elegante: si comporta evitando l’impedimento, ma scegliendo un movimento di scarto più delicato ed elegante.

Il termine “elegante” potrebbe far sorridere, ma in effetti abbiamo riscontrato come il microprocessore, unito alla camere per il rilevamento anteriori, faccia un ottimo lavoro e il drone eviti gli ostacoli con grazia. Molto utile per un certo tipo di riprese.

Controller DJI RC PRO 2

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Nella versione Fly More Combo che ci è stata concessa per le prove, era presente il radiocomando DJI RC 2, ma in un secondo tempo e con una confezione separata, ci è stato consegnato anche il controller RC PRO 2, che è completamente diverso dalla precedente versione.

Il suo schermo da 7 pollici, in posizione di riposo, nasconde gli stick di controllo, che vengono mostrati solo quando sollevato il suddetto display. Restando sul display, questo è molto luminoso e quindi ben visibile anche in pieno sole, e con la possibilità di essere ruotato in posizione verticale per avere una visione di eventuali riprese effettuate in modalità 9:16.

Molto comoda la possibilità di assegnare ai tasti fisici diverse funzioni o modalità di volo o delle impostazioni della fotocamera.
Oltre ai soliti pulsanti C1 e C2 presenti nel dorso del controller come nelle versioni RC non Pro, è disponibile anche un piccolo joystick o pulsante “5D” (come lo definisce DJI).

Il bottone di spegnimento si trova sull’angolo superiore sinistro dello schermo, inoltre è presente anche un pulsante con una freccia per tornare indietro. È impossibile non notare il controllo rotativo di forma circolare posto sulla sinistra, che per l’appunto permette una rotazione ed è anche cliccabile, al quale si possono assegnare ulteriori funzioni di tipo fotografico, altrimenti di default effettua il cambio dell’esposizione.

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Due controller a confronto: RC 2 e RC PRO 2

 

Insomma un valore aggiunto davvero notevole. Considerate che la versione da noi inizialmente testata disponeva di un classico controller DJ RC 2, quello del Mini 4 Pro e dell’Air 3S e 3S, che possiamo considerare un giocattolino al confronto del controller PRO 2, che per inciso possiede anche un microfono per la registrazione interna, comodo per i creator che vogliano registrare lo schermo di quanto ricevuto dal drone. Inoltre, sulla parte inferiore è presente un’uscita HDMI per collegare monitor o altri dispositivi esterni ed inviare a questi le immagini ricevute in tempo reale.

DJI RC PRO 2 ha una durata di 4 ore con accensione automatica, che avviene appena si solleva il display con i mini LED che illuminano lo schermo.

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Controller DJ RC PRO 2 con display sollevato

A nostro avviso avere un controller con lo schermo integrato è un “must have“, nel senso che svincola il pilota dal dover scegliere un telefono compatibile con la applicazione di controllo DJI: ci si deve preoccupare solo della ricarica del radiocomando e non anche di quella del telefono. Resta però il fatto che lo smartphone o un altro device che fornisca la connessione ad internet generando uno HotSpot WiFi possa tornare utile se si vogliono consultare in tempo reale le mappe che non sono state precedentemente scaricate.

Conclusioni

Concludendo, riteniamo il drone DJI Mavic 4 Pro sia un ottimo UAS, con un’ottima videocamera ben stabilizzata realizzata da Hasselblad e altre due camere con obiettivo medio e tele che sono propedeutiche anche ad un utilizzo lavorativo e professionale.
Il comportamento di volo in pieno stile DJI: sicuro e collaudato.

Un altro vero vantaggio è la presenza della marcatura di classe C2, che renderà il suo volo possibile, sin da subito, anche in ambito cittadino, vicino alle persone (a 30 metri di distanza orizzontale che può scendere a 5 metri con la modalità di volo a bassa velocità). In caso di altezze superiori a 30m si applica la regola del 1:1, quindi se si starà volando a 40 metri AGL (Above Ground Level) si dovrà tenere come minimo una distanza orizzontale dalle persone non coinvolte e non informate di 40 metri. Se il drone starà volando ad un altezza di 60 metri dal suolo, la distanza orizzontale tra il drone e le persone, dovrà essere di almeno 60 metri.

Un altro punto a suo favore è dato dall’avere due camere zoom della quale segnaliamo quella a 3x ottica equivalente a un 70 mm, che è adattissima per colmare il gap della distanza da mantenere dalle persone in caso di riprese di matrimoni o manifestazioni, permettendo al drone di rimanere in sicurezza e lontano.
Il Mavic 4 Pro potrebbe tornare molto utile nelle ispezioni di tralicci, ponteggi o altre infrastrutture dalle quali dover rimanere lontani, ma anche per missioni di ricerca scomparsi e soccorso in periodi diurni, dato che non è dotato di camera termica.

Non abbiamo testato le Mastershot e altre funzionalità di volo pre-programmate, perché già provate nelle precedenti versioni di Mavic. [Leggi anche gli altri articoli sul Mavic 3]

Punti di forza

  • Sicuramente l’aumento della risoluzione video sino a 6k e anche l’aumento del bitrate in registrazione, ma qui i videomaker i professionisti, potranno confermare o smentire quanto dichiarato da DJI.
  • Maggiore sicurezza con l’aggiunta di un LIDAR anteriore in aggiunta al nuovo posizionamento delle telecamere anti collisione.
  • Segnale radio di controllo e ritorno video che con il nuovo protocollo e la nuova banda a 5,2 Ghz offrono maggiore portata e robustezza del segnale, anche restando entro i limiti normativi.
  • Durata della batteria di 51 minuti, davvero un’eternità.

Punti deboli

  • Il costo che inibisce l’acquisto ai semplici amatori o hobbysti,
  • La marcatura A2 che costringe a possedere anche un attestato adeguato.

Quale versione scegliere?

La versione Creator, offre un disco interno SSD da 512Gbyte che sicuramente offre una ampia capacità di memorizzazione in contesti normali, ma considerando che è possibile registrare anche a 6K con 60fps, ovviamente la capacità potrebbe diminuire velocemente.

Un altro indiscutibile vantaggio per i videomaker professionisti, consiste nella qualità di memorizzazione che nella versione Creator più costosa, può avvenire anche in una modalità che si chiama All-I, mentre nelle versioni più economiche si ferma al protocollo H265.

Prezzi e opzioni di acquisto

La versione che ci è stata data in prova è abbastanza costosa, infatti DJI Mavic 4 Pro Combo Fly More è disponibile al prezzo di 2729  e include:

  • Modulo di memoria integrato da 64 GB
  • Radiocomando DJI RC 2
  • Due batterie di volo intelligenti addizionali
  • Adattatore di alimentazione USB-C DJI 100 W
  • Hub di ricarica per batterie
  • Borsa a tracolla

Volendo spendere un po’ meno, sarà invece possibile acquistare il DJI Mavic 4 Pro (DJI RC 2), disponibile al prezzo di 2119, che include:

  • Modulo di memoria integrato da 64 GB
  • Radiocomando DJI RC 2
  • Batteria di volo intelligente

I professionisti del videomaking o gli amatori evoluti, infine, potranno valutare il DJI Mavic 4 Pro Combo Creator 512 GB che è disponibile al prezzo di 3579 e include:

  • SSD ad alta velocità integrato da 512 GB
  • Radiocomando DJI RC Pro 2
  • Adattatore di alimentazione da 240 W
  • Cavo dati ad alta velocità da USB-C a USB-C
  • Due batterie di volo intelligenti addizionali
  • Hub di ricarica per batterie
  • Borsa a tracolla

In sostanza quindi il prezzo è alto, ma non troppo, considerando che ci troviamo tra le mani un prodotto DJI, con tutte le caratteristiche tecniche che ben conosciamo e marcato Open CE, quindi utilizzabile da subito e per sempre nella sotto categoria A2 o A3.

Il drone DJI Mavic Pro 4 è disponibile da maggio per l’acquisto sul sito ufficiale DJI e su www.personaldrones.it o presso un qualsiasi altro rivenditore autorizzato, nelle seguenti configurazioni:

Video recensione

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