Ancora una volta la tecnologia più avanzata ed innovativa prende spunto dalla natura che ci circonda. Curioso allora che, di questi tempi in cui la compagnia delle zanzare nei nostri giorni è purtroppo quasi inevitabile, la Cina abbia svelato al mondo un nuovo incredibile traguardo, ossia un micro drone che ha dimensioni e modo di volare del tutto simili proprio a quelle di una zanzara.
Certo questo piccolissimo drone spia non cerca di nutrirsi del sangue delle persone, ma – come riporta il South China Morning Post, – rappresenta un potenziale punto di svolta nelle operazioni di sorveglianza e ricognizione, grazie alla sua capacità di operare inosservato in ambienti complessi.
Questo micro-veicolo, sviluppato dalla National University of Defence Technology (NUDT) in Cina, ha il suo cavallo di battaglia nelle dimensioni estremamente compatte, che lo rendono facile da nascondere e difficile da rilevare. È dotato di due ali simili a foglie, capaci di battere imitando il movimento di un insetto, e di tre “zampe” sottili come capelli, che potrebbero essere utilizzate per posarsi o atterrare su superfici. La sua natura miniaturizzata lo rende ideale per scenari di combattimento urbano, missioni di ricerca e soccorso o sorveglianza elettronica.
Per funzionare, il drone integra in un pacchetto incredibilmente piccolo sistemi di alimentazione, elettronica di controllo e sensori avanzati, permettendogli di operare senza essere scoperto in contesti di guerra segreta, spionaggio o ricognizione tattica. Proprio la realizzazione di tali dispositivi, però, presenta notevoli sfide ingegneristiche, perché la miniaturizzazione di componenti essenziali come batterie, sistemi di comunicazione e sensori senza inficiare la loro funzionalità è un ostacolo complesso da superare.
Micro droni per spionaggio e sorveglianza
Lo sviluppo di questo drone si inserisce in una tendenza globale che esiste da anni, visto che già nel 2019 riportavamo notizie sui mini droni elicottero dell’esercito USA. Oltre agli Stati Uniti, però, anche Norvegia e altri Paesi, stanno investendo in micro-veicoli aerei senza pilota (micro-UAV) per scopi sia militari che civili.
Un esempio primario è il “Black Hornet” della Norvegia, un dispositivo grande quanto un palmo di mano utilizzato da molte forze armate occidentali per la ricognizione a corto raggio. La sua ultima versione, il “Black Hornet 4”, vanta una maggiore durata e portata. Sviluppato da Teledyne FLIR Defence, questo modello ha vinto il premio Blue UAS Refresh 2025 del Dipartimento della Difesa statunitense, un riconoscimento per i sistemi aerei senza pilota.
Anche il mondo accademico partecipa a questa corsa tecnologica. L’Università di Harvard ha precedentemente svelato il suo micro-UAV “RoboBee“, anch’esso alimentato da ali battenti, in grado di volare, atterrare e persino passare dall’acqua all’aria. Nel 2021, anche la US Air Force ha confermato lo sviluppo di droni minuscoli, sebbene non ci siano stati aggiornamenti sul completamento o l’impiego della tecnologia.
Oltre all’impiego militare, che è spesso la motivazione principale dietro allo sviluppo di questo genere di prodotti innovativi, questi micro-droni vantano un enorme potenziale anche in altri settori. Nelle scienze mediche, ad esempio, tecnologie simili sono oggetto di ricerca per l’uso in chirurgia, somministrazione di farmaci, diagnostica e imaging. Potrebbero anche essere utilizzati per il monitoraggio ambientale, per tracciare l’inquinamento, controllare le colture o intervenire in caso di disastri. E noi speriamo di vederli presto utilizzati con successo soprattutto in questi campi “secondari”.