Dall’Inghilterra un progetto su Droni che imparano a volare come i Rapaci

Immaginate un drone che non si limita a volare in linea retta, ma che riesce a infilarsi tra i grattacieli con la stessa naturalezza di un gufo che plana nel bosco. Oppure che, invece di lottare con il vento tra le turbine eoliche in mare, lo sfrutta a suo favore, mantenendo un volo stabile ed elegante. È questa la visione che sta guidando i ricercatori dell’Università del Surrey con il progetto Learning2Fly.

Da sempre l’uomo osserva gli uccelli per carpirne i segreti, soprattutto da quanto si spreme le meningi rispetto a come far volare meglio elicotteri, aerei e (più di recente) anche i droni.

E ancora una volta la natura si rivela la maestra migliore per gli ingegneri, che hanno pensato di implementare su prototipi di drone un’abilità straordinaria che i rapaci hanno sviluppato in milioni di anni di evoluzione, ossia quella di manovrare in spazi stretti e in condizioni atmosferiche imprevedibili. I ricercatori inglesi stanno provando a trasferire queste capacità nei droni ad ala fissa, che fino a oggi erano senza dubbio molto efficienti nei consumi, ma troppo rigidi per affrontare ambienti complessi.

“La natura ha già trovato molte delle soluzioni che cerchiamo. I rapaci sanno fare manovre incredibili e noi stiamo imparando da loro” racconta Olaf Marxen, Senior Lecturer e tra i responsabili del progetto. L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: unire i dati reali raccolti in volo a sistemi di machine learning, così i droni possono prevedere e adattare i propri movimenti in tempo reale. Non più simulazioni costose e limitate, ma apprendimento diretto dalla realtà.

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Per i test iniziali, i ricercatori non hanno usato sofisticati prototipi da laboratorio, modificando dei leggeri aerei giocattolo, che sono stati monitorati in 3D grazie a sensori e telecamere ad alta velocità. Da questi esperimenti è nata una banca dati preziosa, che sta alimentando modelli sempre più precisi di volo ispirato alla natura.

“È emozionante vedere quanto già oggi i nostri droni siano capaci” aggiunge Owen Wastell, dottorando e co-lead del progetto. “Fa riflettere: in un’epoca di intelligenze artificiali e tecnologie avanzatissime, restiamo comunque allievi del mondo naturale”.

Il passo successivo sarà portare i test all’aperto, affrontando vento e ostacoli reali. L’obiettivo? Droni agili e intelligenti, pronti a muoversi nelle città e tra le turbine offshore, aprendo una nuova era del volo autonomo ispirato agli uccelli.

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