Drone Difly Xlite, utile per il rilievi di incidenti stradali e nella analisi di agenti inquinanti per l’ambiente

Un drone da 0,3kg inoffensivo stampato in 3D con sensori interscambiabili, pilotabile anche senza radiocomando. Adatto a professionisti, geologi e topografi dal momento che può installare fotocamere adatte per la aero fotogrammetria e addirittura anche piccole termo camere.
Se poi ci aggiungiamo che i pochi secondi può montare sensori per il rilevo dell’inquinamento  dell’aria, certamente stiamo parlando di un oggetto innovativo e interessante.

Difly una startup innovativa, ci tiene a sottolineare l’ing. Marco Pesci nella intervista rilasciata ieri nel contesto di uno storico e bellissimo palazzo comunale di Bologna.
E di novità n questo piccolo drone da 300 grammi in effetti ne vediamo parecchie.
Al di la dei possibili e reali utilizzi pratici di questo oggetto a pilotaggio remoto, spicca certamente la sua facilità di utilizzo. Oltre al fatto che la normativa attuale ne consente l’uso anche senza conseguire l’attestato di pilotaggio remoto, meglio conosciuto come patentino per i droni.

Presentazione di un drone prodotto da una startup innovativa nel contesto di “Insieme per il lavoro è Bologna”

Durante l’esposizione del prodotto sono state menzionate alcune possibilità operative che lo renderebbero certamente unico nel panorama italiano.
Sia Pesci sia l’ing, Giovanni Bologna CEO di DIfly la startup emiliana con sede a Reggio Emilia, hanno più volte ribadito come l’utilizzo del drone Xlite nel contesto di un rilevo urbano di incidente stradale sia davvero semplice e alla portata di tutti.
Alcuni esponenti di una Polizia Municipale di un comune limitrofo, si sono mostrati molto interessati a tale utilizzo che ridurrebbe di moltissimi minuti inferiore il tempo delle misurazioni delle distanze tra i veicoli coinvolti.

immagine di DSC 6141 ok

300 grammi di drone per il rilevo degli incidenti stradali

Con una semplice applicazione da installare su smartphone o tablet e un controllo remoto brevettato di loro progettazione, i tecnici di Difly hanno spiegato che una volta giunti sul posto del incidente, è sufficiente accendere il drone, appoggiarlo per terra, attendere che esegua il fix del GPS (acquisisca la posizione dai satelliti), poi si imposta la altezza alla quale farlo volare (tipicamente sono sufficienti valori compresi tra i 20 e i 40 metri dal suolo) il raggio da ispezionare, poi si preme un bottone e il piccolo drone Xlite Cop (la versione per la polizia municipale) si alza in cielo, esegue la sua scansione automaticamente programmata, e rientra a terra dopo pochi minuti.
I dati memorizzati sul tablet, possono essere inviati al server aziendale che restituirà in brevissimo tempo i risultati dei rilevi.

Il drone Xlite puà installare sensori per il monitoraggio dell’aria, termocamere per il controllo dei pannelli solari o camere per le mappature eseguite con la aero fotogrammetria

Stessa operazione per i rilevi aero fotogrammetrici dove una volta scambiato il payload ovvero il sensore o la camera posta sulla prua del drone Xlite, si impostano i principali parametri di volo e si attende il completamento della missione.
Operazione ripetibile durante l‘analisi della efficienza dei pannelli solari in un campo fotovoltaico
Molto interessante anche l’utilizzo per stabilire la qualità dell’aria in abbinamento alle solite centraline terrestri. Grazie alla miniaturizzazione dei sensori è possibile installare sul drone Xlite un sensore di rilevamento gas che fornirà dati prelevati da altezze maggiori rispetto alle classiche centraline di Arpa.

immagine di drone difly xlite piattaforma brevettata controllo volo drone

Qualche dato tecnico per gli smanettoni.

La centralina di controllo del volo pare essere una PixHawk della famiglia del noto progetto opensource ArduPilot e il software di gestione e comando della stessa appartiene a un fork del più famoso e conosciuto Mission Planner e si chiama Open Ground Control.
Ci ha stupito la autonomia dichiarata di 26 minuti ottenibile a quanto pare dall’utilizzo di batterie agli Ioni di Litio. Non le classiche LiPo per intenderci ma le banali Li-Ion.
La differenza tra le due deriva dal fatto che le seconda hanno rilascio di energia più costante nel tempo anche se con meno potenza. Quello che in gergo si chiamano C di scarica. Probabilmente i bassi consumi dei piccolissimi motori possono sopportare basse correnti e favorire quindi una maggiore autonomia al volo del drone Xlite.

Molto interessante anche la piattaforma per l’impostazione semplificata dei parametri di volo, brevettata dal team reggiano di Difly.
Con qualche pulsante e un paio di potenziometri si mette in volo in qualche manciata di secondo il drone Difly Xlite. Una bella comodità per gli agenti della Polizia Municipale o per i professionisti impegnati in rilevi tecnici.
La realizzazione del prototipo da noi visionati era realizzata con tecnologi a additiva, ovvero stampato in 3D, ma la stessa produzione di serie avverrà con la stessa tipologia di costruzione come si può vedere dal video promozionale sul sito aziendale.

Maggior informazioni e prezzi che possono variare in base al tipo di sensore installato, sul sito Difly 

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