UK, dalla Difesa 2,5 milioni di dollari per nuovi sistemi anti-droni

Non sono ancora terminate le indagini su quanto successo a Gatwick a dicembre 2018 e le conseguenze degli enormi disagi sono ancora in corso.

A mesi di distanza, l’ansia da prestazione nel caso in cui negli aeroporti del Regno Unito compaiano droni non autorizzati ha già prodotto un inasprimento delle regole e delle sanzioni, un’immancabile strumentalizzazione politica e, tra un annuncio e l’altro di provvedimenti normativi o ammodernamenti tecnologici, è arrivata nei giorni scorsi anche la notizia che il Ministero della Difesa di sua maestà ha lanciato un contest, dal valore di 2,5 milioni di dollari, per attrarre nuove idee e soluzioni su come “individuare e mitigare i pericoli creati dai velivoli unmanned, dal semplice quadricottero di un privato agli sciami di droni più sofisticati“.

La gara fa parte del programma di ricerca del DSTL, il Defence Science and Technology Lab (unità del Ministero della Difesa) il cui principale ingegnere David Lugton afferma di essere “particolarmente interessato a tecnologie che possano individuare e tracciare più minacce simultaneamente, con la minima supervisione umana, e verso un ampio range di tipi di drone“.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni

È chiaro che non si parla più solo di aeroporti, perché i trend mostrano che i voli non autorizzati di droni sono in netta crescita e nel futuro più immediato andranno a rappresentare un problema sempre più consistente anche per altre strutture, come ad esempio prigioni, impianti di produzione energetica e stadi affollati in occasione di grandi eventi.

Al momento, esistono già diversi sistemi antidroni, da quelli radar, incaricati di rilevarne la presenza e seguirne la posizione, a quelli come laser, fucili jammer o spara-reti che, in caso di necessità, sono deputati ad abbatterli o quantomeno a renderli inoffensivi. Evidentemente però nessuno di questi sistemi è ritenuto al momento completamente affidabile per fronteggiare situazioni come quella verificatasi a Gatwick o peggiori (il drone a Gatwick probabilmente non c’era nemmeno).

Il bando si chiude tra un anno, a marzo 2020, e chissà che per allora la tecnologia non abbia qualche nuova arma nel suo arsenale di controllo dei droni illegali.

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