Prima di parlare di come e perché vengano usati i droni da parte di un Ente ben conosciuto nell’ambito regionale Emiliano-Romagnolo e Toscano, cerchiamo di capire di chi si tratta, considerando anche il fatto che molti cittadini si vedono arrivare puntualmente bollettini per il pagamento di contributi di bonifica intestati per l’appunto alla Renana.
Lo abbiamo domandato alla dottoressa Silvia Aurino, dello staff comunicazione del Consorzio.
DZ – Cosa e cosa fa la Bonifica Renana?
Siamo un ente di diritto pubblico che, in virtù di norme statali e regionali, svolge una serie di funzioni indispensabili sia in pianura che in montagna. Operiamo nel bacino del fiume Reno, in un comprensorio di oltre 3.400 km quadrati, che interessa 63 Comuni, le Città Metropolitane di Bologna e Firenze e le Province di Modena, Ferrara, Ravenna, Prato e Pistoia. Sono 259 mila i consorziati proprietari di immobili che usufruiscono dell’azione costante svolta dalle nostre strutture.
In pianura, la nostra funzione principale è favorire il corretto allontanamento dell’acqua di pioggia, attraverso un’estesa rete di canali artificiali. Lo scopo è proteggere il territorio dai rischi di allagamento, sempre più elevati a causa della crescente urbanizzazione e dei cambiamenti climatici. Inoltre, in pianura distribuiamo acqua di superficie per usi irrigui e produttivi.
In collina e montagna, invece, in convenzione con le amministrazioni locali, cofinanziamo, progettiamo e realizziamo interventi contro il dissesto idrogeologico, a supporto della viabilità e della fruizione ambientale.
[Maggiori informazioni su ruolo e funzioni della Bonifica Renana al sito www.bonificarenana.it]
DZ – Perché è nata l’esigenza di utilizzare i droni?
Sulla base di alcune verifiche interne e trasversali tra i diversi settori operativi del Consorzio si è evidenziata l’esigenza di acquisire un drone come strumento di lavoro utile a diverse funzioni tecniche.
In ambito agrario e ambientale, l’utilizzo del drone ci aiuta nella verifica in campo sull’utilizzo effettivo della risorsa irrigua e nell’acquisizione di immagini territoriali per letture aerofotogrammetriche e mappature GIS.
Inoltre, l’utilizzo di uno strumento aereo come il drone, si è rivelato molto utile per il monitoraggio degli allagamenti in caso di esondazioni in zone agricole.
Il drone è di grande supporto anche per le attività dell’area tecnica, grazie alla possibilità di effettuare rilievi su area vasta e indagini speditive in zone difficilmente accessibili con altri mezzi, oltre che di monitorare strutture e manufatti consortili.
Non in ultimo, l’utilizzo del drone rappresenta un valore aggiunto per lo staff comunicazione del Consorzio, nella realizzazione di materiale fotografico e video che racconti in maniera efficace e attrattiva le nostre attività a 360°.
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DZ e per quanto riguarda la formazione del personale che userà i droni cosa ci dite?
Per prima cosa ci siamo informati circa l’iter autorizzativo e formativo da seguire per poter non solo acquistare e regolarizzare un drone per usi professionali, ma anche per disporre di una “flotta” di piloti riconosciuti dall’ENAC e quindi pronti ad affrontare la “sfida” del volo nei nostri principali contesti operativi.
Analizzando l’elenco nazionale delle strutture accreditate da ENAC, ci siamo resi conto di essere molto fortunati. A pochi km dalle nostre sedi era presente una rinomata scuola di volo: la Professional Aviation di Ozzano dell’Emilia (BO).
Per ragioni logistiche e territoriali non potevamo non sceglierla come punto di partenza per il nostro ingresso nel mondo SAPR.
A seguito di un incontro di approfondimento con i responsabili del Centro di Addestramento di Ozzano, siamo giunti alla conclusione che il corso APR basico per scenari non critici poteva soddisfare – almeno in una prima fase – gran parte delle esigenze operative della Bonifica Renana.
Non escludiamo la possibilità di innalzare in futuro il livello di competenza dei nostri piloti anche nell’ambito di scenari di tipo critico.
DZ – Quanti sono gli addetti con capacità di pilotare un drone all’interno della vostra organizzazione?
6 dipendenti della Renana, afferenti ai diversi settori indicati, hanno preso parte al corso APR basico, che comprendeva due giornate di formazione teorica in aula e 30 esercitazioni pratiche di volo insieme all’istruttore Riccardo Bonora.
La possibilità di avere delle lezioni individuali è stato sicuramente un valore aggiunto per sviluppare le competenze di volo necessarie per operare poi in autonomia.
In più 3 colleghi del settore agro-ambientale hanno frequentato un corso esclusivamente teorico di areofotogrammetria, utile per la realizzazione di ortofoto georeferenziate.
DZ – Per quanto riguarda la dotazione tecnica che tipo di drone avete scelto?
Al momento dell’acquisto del drone nella primavera del 2018, dopo un attento benchmarking, la nostra scelta è ricaduta sul Mavic Pro Platinum della DJI. Questo modello della compagnia leader nel mondo per produzione e vendita di droni, ci è sembrato il più adatto alle nostre esigenze operative, nonché uno dei più performanti nella fascia consumer di riferimento.
L’edizione Platinum presentava, inoltre, tra le sue caratteristiche di innovazione anche una maggiore durata delle batterie e una rilevante riduzione della rumorosità del SAPR. Questi elementi ci avrebbero permesso di conciliare funzionalità dello strumento e sensibilità verso i luoghi interessati dalle operazioni di volo. Le dimensioni ridotte del Mavic, la sua leggerezza e trasportabilità ci hanno definitivamente convinto.
DZ – In quali contesti avete volate e con quali esperienze?
In meno di un anno di attività, sono stati già molti i contesti in cui abbiamo avuto l’occasione di utilizzare il drone per le finalità operative di cui abbiamo parlato.
Ad esempio, negli ultimi mesi l’operatore accreditato alla guida SAPR del settore agro-ambientale ha monitorato e mappato alcune aree umide di competenza della Bonifica Renana, utilizzate sia come casse di espansione per la sicurezza idraulica del territorio, sia come zone di conservazione dell’ecosistema in quanto importanti aree di stazionamento e ripopolamento delle specie migratorie (quindi luoghi di salvaguardia della biodiversità).
In collina e montagna, invece, grazie all’utilizzo del drone riusciamo ad avere prospettive realistiche ed interessanti sulle situazioni di dissesto idrogeologico, sia in fase di progettazione ed esecuzione lavori, sia in termini di risultato finale.
Volare lungo i crinali dell’Appennino non è sempre semplice, poiché ogni contesto è a sé e va redatto un attento piano di volo che tenga conto di tutti gli elementi presenti, delle pendenze e degli eventuali rischi. In questo si è rivelato molto utile il consiglio di Riccardo Bonora di pianificare prima del volo ogni dettaglio.
Come era solito ripeterci durante il corso, conviene sempre “visualizzare nella testa quello che faremo, prima ancora di farlo”.







